L’iniziatore della dinastia angioina, nemico giurato di Svevi e Aragonesi, nacque a Parigi il 21 marzo 1226 dal re di Francia Luigi VIII, che lo lasciò orfano a soli otto mesi, e da Bianca di Castiglia che lo crebbe. Destinato alla carriera ecclesiastica, la morte prematura di due fratelli lo indirizzò alla vita militare e alla conquista del potere.
Figlio di Carlo I e di Beatrice di Provenza, nacque nel 1254. Principe di Salerno dal 1266, partecipò dopo i Vespri siciliani alla guerra contro gli Aragonesi. Nel 1284, mentre il padre Carlo I era in Provenza per preparare la grande flotta, finanziata dal papa francese Martino V, che avrebbe dovuto consentire la riconquista della Sicilia, la flotta aragonese dalla Sicilia, sotto il comando dell’ammiraglio Ruggero di Lauria, si palesò all’improvviso davanti a Napoli.
Ormai riconosciuta tra i maggiori scrittori italiani del Novecento, Elsa Morante nacque a Roma il 18 agosto 1912, figlia di una maestra ebrea e di un impiegato, Francesco Lomonaco, padre naturale anche degli altri suoi fratelli, ma riconosciuta come gli altri dal marito della madre Augusto Morante. Fin da piccola cominciò a scrivere favole, filastrocche e brevi racconti, che riuscì a vedere pubblicati sul “Corriere dei piccoli”, su “Il Meridiano” di Roma e su “Oggi”.
Allievo di Luca Giordano, le notizie biografiche di Nicola Russo sono estremamente scarne. A cominciare dalla data della nascita, di cui si conosce solo l’anno, il 1647. Artista barocco, lavorò in diverse chiese napoletane: dalla chiesa di Sant’Antonio a Tarsia a Santa Maria del Parto a Mergellina; dalla chiesa di Santa Maria di Portosalvo al complesso di Suor Orsola Benincasa, alla cappella di San Francesco da Paola all’interno del Maschio Angioino; dalla chiesa di Santa Maria Maddalena delle Convertite spagnole all’abbazia di San Michele a Procida.
Tra i primi autori del Romanticismo, Alphonse Marie Louis de Prat de Lamartine nacque a Macon il 21 ottobre 1790 in una famiglia della piccola nobiltà terriera. Studiò dai Gesuiti e già da ragazzino mostrò una grande propensione per la poesia. Invece di intraprendere la carriera militare alla conclusione degli studi, la famiglia nel 1811 gli permise un viaggio in Italia, presso parenti che risiedevano in diverse città tra cui Napoli.
Il più grande poeta di Roma, il cantore delle sue leggendarie origini, Publio Virgilio Marone, era nato nei pressi di Mantova il 15 ottobre del 70 a.C., figlio di un piccolo proprietario terriero. Già giovanissimo, dopo aver studiato grammatica a Cremona, giunse a Napoli per la prima volta, per frequentarvi la scuola di filosofia, ancor prima di spostarsi a Roma per completare la sua formazione con lo studio della retorica.
Era il settembre del 1532, quando il nuovo vicerè don Pedro Alvarez de Toledo arrivò in una Napoli ancora ferita, dopo la pestilenza che aveva seminato decine di migliaia di morti. Il vicerè avviò subito il suo ambizioso piano di trasformazione e ammodernamento della città, che poi allargò a Pozzuoli.
Re a soli otto anni, nel 1759, quando il padre Carlo salì sul trono di Spagna, Ferdinando era nato nel Palazzo reale di Napoli il 12 gennaio 1751. Dal 1759 al 1767, quando raggiunse la maggiore età, il regno fu governato da un Consiglio di Reggenza che riceveva istruzioni da Madrid. Il giovane sovrano non aveva interesse per lo studio e non si era dedicato molto alla sua formazione, preferendo le battute di caccia ai libri.
Figlio primogenito del famoso Luigi, l’autore della Reggia di Caserta, compì la sua formazione come architetto e ingegnere, insieme ad altri due fratelli, sotto la guida paterna proprio nel cantiere della Reggia e poi nella progettazione dell’Acquedotto Carolino. Quando Carlo era poco più che ventenne, il padre decise di continuare a farlo lavorare tra Napoli e Caserta, mentre gli altri due fratelli si trasferirono in Spagna.
Jakob Phillipp Hackert, prussiano di Prenzlau dove era nato il 15 settembre 1737, fu avviato alla pittura dal padre, per poi trasferirsi a Berlino, dove, dopo un periodo trascorso presso la bottega di uno zio, frequentò l’Accademia di Belle Arti e corsi che lo indirizzarono verso la pittura di paesaggio.
Il più fidato amico di Ottaviano fin dalla giovinezza, compagno di tante battaglie, artefice di grandi vittorie terrestri e per mare – tra tutte la battaglia di Azio contro Antonio e Cleopatra - e sostegno sicuro nella scalata al potere del futuro princeps, che lo scelse come suo genero, Marco Vipsanio Agrippa si era distinto sui campi di battaglia della Spagna e della Macedonia già sotto Giulio Cesare.
Assetato di sapere, Gaio Plinio Secondo, più noto come Plinio il Vecchio, fin da piccolo si era interessato a studiare e ad approfondire le più diverse discipline con la passione e la curiosità del ricercatore. E ad accrescere e rafforzare il suo patrimonio di conoscenze contribuirono non poco le spedizioni militari a cui partecipò in varie zone dell’impero sotto Vespasiano, di cui era amico, e i numerosi viaggi, che lo portarono fino in Africa.
Non è stato facile per i posteri ricostruire la biografia di Pietro Cavallini, uno dei massimi esponenti della Scuola romana del XIII secolo. Il nome Petrus Caballinus de Cerronibus utilizzato nei documenti ufficiali aveva fatto pensare a lungo che si trattasse di un’altra persona e c’è voluto tempo per ricomporre un quadro attendibile delle informazioni disponibili.
Era di Siena l’insigne scultore e costruttore Tino di Camaino, che vi era nato intorno al 1285, figlio dell’architetto Camaino di Crescentino, ma il suo maestro fu il grande Giovanni Pisano, al cui fianco partecipò alla realizzazione dei rilievi della facciata del Duomo di Siena.