Il sito archeologico più famoso ha ritrovato un proprio spazio museale, passaggio propedeutico e preparatorio al percorso di visita nella città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

20210119 102349E’ appena tornato alla fruizione del pubblico l’Antiquarium di Pompei, nella sede storica con accesso da Porta Marina e  dalla Piazza Esedra. Attivata da Giuseppe Fiorelli nel 1873, l’area museale è legata soprattutto al nome di Amedeo Maiuri, autore nel 1926 di uno storico allestimento preso a modello per quello attuale. Che ripercorre le vicende del sito di Pompei dalla sua origine nel IV secolo a.C., sotto i Sanniti, fino al giorno in cui l’eruzione vi fermò il tempo per sempre.

20210119 102349L’area espositiva è stata interamente rinnovata, recuperando la luminosità che caratterizzava i locali al tempo di Maiuri. Altro elemento d’epoca che qualifica il nuovo è rappresentato dalle gallerie originali, reinserite nello spazio museale, dove sono tornate le vetrine degli anni Cinquanta debitamente restaurate. Al loro interno hanno trovato degna collocazione reperti in grado di sintetizzare al meglio lo straordinario patrimonio offerto da Pompei ai contemporanei. Compresi i reperti restituiti più di recente dalla campagne di scavo in corso: dai frammenti di stucco in I stile dalle fauces della Casa di Orione agli amuleti della Casa con Giardino, ai calchi delle vittime della villa di Civita Giuliana. E poi gli affreschi della Casa del Bracciale d’Oro, il triclinio della Casa del Menandro, gli argenti  di Moregine, ma anche i pigmenti utilizzati per le pitture murali e gli oggetti di uso quotidiano. 20210119 102349

Sono undici le sale in cui si articola l’esposizione dell’Antiquarium, che anticipa e spiega le diverse fasi storiche di Pompei di cui si trova riscontro e testimonianza tra le strade, le piazze, le case e i luoghi pubblici della grande città, che dal Settecento è uscita dalla cenere e dall’oblio, per tornare a rivivere in una dimensione nuova, che l’ha portata ad essere riconosciuta dal mondo come Patrimonio dell’Umanità.

20210119 102349L’ITINERARIO DI VISITA

La prima sala, grazie a pezzi particolarmente significativi e rappresentativi, illustra l’intera progressione di epoche proposta nelle sale successive. È, appunto, una Summa pompeiana.

Prima di Roma, la prima sezione, parte dagli albori della città tra il VII e il VI a.C., con significative influenze magno-greche ed etrusche, passa per la decadenza del V secolo, comune a buona parte del Mezzogiorno in coincidenza dell’arrivo di nuovi popoli, tra cui i Sanniti che si insediarono a Pompei nel IV secolo. Si procede con l’inizio dell’alleanza con Roma, firmata nel 308, che vide un grande fervore anche edilizio da cui si sviluppò la Pompei romana. Che nel II secolo conobbe un periodo d’oro, segnato dalle grandi opere pubbliche, dall’intensità dei rapporti commerciali con l’Oriente e l’Occidente del Mediterraneo e dall’edificazione delle prime ville delle più potenti famiglie di Roma.

Roma vs Pompei  focalizza la fase del conflitto con Roma durante la Guerra sociale, che vide Pompei schierata con gli insorti e per questo duramente punita dalla repressione sillana. 

Pompeis difficile est è la sezione che racconta la realtà della Colonia Cornelia Veneria Pompeianorum, ovvero l’insediamento di una colonia di veterani fedeli a Silla, che scalzarono la precedente classe dirigente sannita “romanizzando” definitivamente la città, dove sorsero ville prestigiose come la Villa dei Misteri.

Tota Italia è dedicata alla Pompei di età augustea, teatro di una grande trasformazione urbanistica a cui risalgono gli edifici principali ancora esistenti.

Hic habitat felicitas presenta l’evoluzione dell’età giulio-claudia, quando la Campania diventa centrale nel potere imperiale e Pompei vive un altro periodo di sviluppo e di benessere, mentre i ricchi e potenti personaggi che la scelgono come buen retiro vivono nel lusso e si circondano nelle loro sontuose ville di opere d’arte, oggetti preziosi (come gli argenti di Moregine)  e sempre maggiori comfort. 

A fundamentis reficere ricorda il primo duro colpo che la natura assestò a Pompei, colpita nel 68 d.C. da prolungati sommovimenti sismici, che provocarono enormi danni al tessuto urbano, descritti da Seneca nelle “Questioni naturali”. Seguì una fase particolarmente laboriosa, contrassegnata dai cantieri che furono avviati ovunque per ricostruire edifici pubblici, templi, ville e insule.

L’ultimo giorno chiude l’itinerario di visita con l’esposizione di pezzi che fotografano Pompei il quel 24 agosto o 24 ottobre (secondo la nuova datazione suggerita da recenti scoperte), quando fu colta all’improvviso dalla furia del vulcano, mentre ovunque fervevano i lavori in corso e la caotica vita cittadina. L’intera sequenza dell’eruzione è seguita nel suo drammatico crescendo fino alla nube piroclastica che annientò l’intera popolazione e alla pioggia di ceneri che la seppellì per secoli, alla fine rendendola immortale.

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