La ricca biblioteca del convento di Santa Maria della Pietà, nella campagna fuori dal borgo di Vatolla, rappresentava per lui un richiamo irresistibile.

E infatti Giovan Battista Vico vi si recava spesso, appena i suoi impegni di precettore dei figli del barone Domenico Rocca, proprietario del castello, gli lasciavano del tempo libero. Che trascorreva a fare ricerche e a leggere i preziosi testi custoditi nella biblioteca francescana sotto un grande ulivo, proprio davanti al convento. Fu sempre all’ombra di quell’albero che in quegli anni elaborò le teorie e l’idea del suo celebre “Principi di una scienza nuova”, che sarebbe riuscito a pubblicare solo nel 1725. 

Il castello di Vatolla, con la relativa baronia, apparteneva alla famiglia Rocca dal 1660. Ad acquistarlo era stato Giovanni, il fratello maggiore di Domenico che, alla morte del primo, ne aveva sposato la vedova, da cui aveva avuto dei figli. Tutta la famiglia viveva per buona parte dell’anno a Casamicciola, sull’isola d’Ischia, dove un altro fratello, Girolamo, era vescovo. Proprio Girolamo aveva incontrato più volte a Napoli, in una libreria dei decumani, un giovane sempre immerso nella lettura, che si era rivelato uno studioso con scarsi mezzi per coltivare la sua passione per la conoscenza. Si trattava proprio di Giovan Battista Vico, figlio di un libraio poverissimo, che dopo un grave incidente da bambino aveva sviluppato un fisico gracile e cagionevole. L’amore per gli studi lo aveva portato a formarsi in gran parte da autodidatta. E saputo delle sue difficoltà, monsignor Rocca gli  aveva proposto di diventare precettore dei suoi nipoti.

Era il 1686 e iniziarono nove anni decisivi nella vita del filosofo napoletano, che si dedicò all’istruzione dei giovani Rocca tra Ischia, dove risiedevano, e Vatolla, il centro collinare affacciato sul golfo di Salerno, dove si recavano d’state, per approfittare del clima favorevole e dell’aria salubre che tanto giovò anche a Giovan Battista. Come lui stesso scrisse nella sua Autobiografia.

Nel castello allora dei Rocca, poi passato ai De Vargas Macciucca, da cui prese il nome che lo connota ancora oggi, ha sede in memoria dell'illustre ospite il Museo vichiano, curato dalla Fondazione Giovan Battista Vico. 

Comune autonomo per secoli, Vatolla fu aggregato al Comune di Perdifumo, diventandone una frazione nel 1810 con le leggi murattiane. È famoso anche per la produzione storica della cipolla.