Fitti boschi ricoprivano l’altopiano annidato tra i Monti Lattari quando vi sorse un primo insediamento umano in piena età del Ferro. Già gli abitanti di cultura osca di allora, ma ancora di più quelli dei secoli seguenti, ebbero la necessità di sottrarre terra da coltivare al vasto manto boscoso. ASA 4920 2E la natura si rivelò generosa per l’agricoltura e per l’allevamento, largamente praticati in età imperiale, quando nella zona si trovavano numerose ville rustiche e assai rinomati erano il latte e i prodotti caseari provenienti dai Lactarii Montes.  Fu probabilmente da  ager, campo, che derivò il toponimo Agerola, a identificare insieme le cinque piccole comunità del territorio collinare affacciato sulle bellezze della Costiera Amalfitana, che finì anch’esso sepolto dalle ceneri dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., andando incontro a un periodo di spopolamento.

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Parte integrante della Repubblica marinara e poi del Ducato, Agerola forniva ad Amalfi le sue produzioni agricole e il legname necessario agli arsenali, traendo anch’essa vantaggio dai fiorenti commerci con l’Oriente a cui erano destinati i suoi pregevoli tessuti di seta. Poi, inglobata nel Regno di Napoli, offrì rifugi sicuri e inaccessibili alle bande di briganti che imperversavano tra i monti, fin quando nel Settecento, con l’avvento dei Borbone, conobbe una nuova primavera e un significativo incremento demografico, a cui si accompagnò un forte regressione del brigantaggio.  Ciò nonostante, Agerola fu teatro dei primi fermenti  rivoluzionari a favore della Repubblica Napoletana e, in seguito, vide nascere cellule dellaCarboneria a favore dell’Unità d’Italia. Poco prima che questa si concretizzasse,  avvenne la separazione amministrativa dall’area amalfitana e dalla provincia di Salerno, per diventare uno dei territori di confine della provincia di Napoli. Nel frattempo, le frazioni del Comune sparso di Agerola erano diventate sei: Bomerano, dove ha inizio il famoso Sentiero degli DeiCampora, Pianillo, dove è allocata la sede municipale, Ponte, San Lazzaro e Santa Maria.

La bellezza della Costiera  e del Golfo di Salerno si può godere dal Castello Lauritano, risalente al periodo d’oro della Repubblica Amalfiitana, che si distingue nel verde della ricca vegetazione che lo circonda per il colore chiaro della pietra calcarea. 

DC COSTIERA ASA 4911Ognuna delle varie frazioni che compongono Agerola ha la sua chiesa parrocchiale, sintesi di secoli di fede popolare, testimoniata anche da opere d’arte e di devozione. La chiesa più grande si trova nella piazza di Bomerano ed è intitolata a San Matteo apostolo. Del 1580, a croce latina, ha una volta completamente affrescata e un quadro settecentesco raffigurante il volto della Madonna del Rosario. Nel casale capoluogo di Pianillo s’innalza la chiesa di San Pietro apostolo, centro del culto al patrono di Agerola Sant’Antonio abate. Cinquecentesca, a croce latina con tre navate, rimaneggiata a più riprese, è stata sede nei secoli di varie arciconfraternite. Sulla destra c’è il campanile di impianto trecentesco, culminante in una cupola di maioliche policrome. Parrocchia di Santa Maria è la chiesa di Santa Maria La Manna del XIII secolo, a croce latina e tre navate, che custodisce la duecentesca statua marmorea della Madonna della Manna, opera di Nicola di Monteforte, da cui sarebbe scaturito del liquido azzurro. Il campanile coevo è sovrastato da una cupola di maioliche gialle e verdi. Sede parrocchiale di San Lazzaro è la chiesa della Santissima Annunziata, che prende il nome dal dipinto dell’Annunciazione sull’altare maggiore. A tre navate, custodisce, tra l’altro, una croce in marmo bifacciale del Trecento; il campanile è sormontato da una cupola con una lanterna. Nata come luogo di sepoltura della famiglia Acampora, tra le più ricche di Agerola, nel 1680, la chiesa di San Michele arcangelo nella frazione di Campora, a navata unica e di gusto barocco, accoglie un dipinto seicentesco del Santo di Andrea Malinconico. La chiesa di San Nicola di Bari, nella frazione Ponte, ospita una pala d’altare di Andrea Vaccaro. Da visitare anche la chiesa di San Martino e la chiesa di Tutti i Santi.        

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