Il più fidato amico di Ottaviano fin dalla giovinezza, compagno di tante battaglie, artefice di grandi vittorie terrestri e per mare – tra tutte la battaglia di Azio contro Antonio e Cleopatra - e sostegno sicuro nella scalata al potere del futuro princeps, che lo scelse come suo genero, Marco Vipsanio Agrippa si era distinto sui campi di battaglia della Spagna e della Macedonia già sotto Giulio Cesare.

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Poco più che ventenne, inviato in Grecia da Cesare con Ottaviano e l’altro carissimo amico Mecenate, si dedicò pure allo studio dell’architettura, che lo avrebbe reso non meno famoso della sua lunga e brillante carriera militare e politica. Alla morte di Cesare, nel 44 a.C., la collaborazione con l’amico di sempre divenne ancora più stretta e caratterizzò le complicate vicende seguite alle Idi di Marzo, che diedero il via alla conquista del potere a Roma da parte di Ottaviano. Dopo le importanti vittorie riportate contro le tribù germaniche, tornato a Roma, nel 37 a.C. fu eletto console per la prima volta.

E in questa sua veste si preoccupò di creare un porto sicuro per la flotta nel Tirreno. Da architetto, realizzò un canale di collegamento tra il mare e i laghi di Lucrino e d’Averno, il che consentì la costruzione del nuovo Portus Iulius, da Punta Epitaffio presso Baia a Punta Caruso, con un collegamento con il porto di Cuma.

Qualche decennio più tardi, la flotta fu spostata nel vicino porto di Miseno. Proprio in quell’anno, il 12 a.C., Agrippa, che nel frattempo aveva ricoperto tutte le cariche del cursus honorum e aveva governato importanti territori fuori dell’Italia, difendendoli con il suo genio militare, scelse di tornare in Campania, dove, ammalatosi, morì a soli cinquantuno anni.