Non è stato facile per i posteri ricostruire la biografia di Pietro Cavallini, uno dei massimi esponenti della Scuola romana del XIII secolo. Il nome Petrus Caballinus de Cerronibus utilizzato nei documenti ufficiali aveva fatto pensare a lungo che si trattasse di un’altra persona e c’è voluto tempo per ricomporre un quadro attendibile delle informazioni disponibili.
Di sicuro era romano e come pictor romanus è spesso definito. La sua data di nascita è collocata intorno al 1240 o 1250.
Giorgio Vasari lo descrisse come discepolo di Giotto, e questo ha condizionato la valutazione nei secoli su Cavallini e la sua opera per qualche secolo, fino alla rivalutazione abbastanza recente.
Cavallini, artista fortemente innovatore quale ora è riconosciuto, è stato una figura fondamentale per l’evoluzione espressiva della pittura nell’ambito della Scuola romana. E nella città natale ha molto lavorato: dalla basilica di San Paolo fuori le Mura a Santa Maria in Trastevere, da San Giorgio al Velabro a Santa Cecilia in Trastevere, da Santa Maria in Aracoeli alla basilica di Santa Maria Maggiore. E’ discussa la sua partecipazione alla realizzazione degli affreschi della Basilica di Assisi, alcuni autori hanno ravvisato nel ciclo delle Storie di San Francesco la sua mano come prevalente.
Arrivò a Napoli nel 1308 alla corte di Carlo II d’Angiò. In quello stesso anno lavorò in San Domenico Maggiore e nel 1317 in Santa Maria Donnaregina con l’altro artista della Scuola Romana Filippo Rusuti.
La sua morte sarebbe avvenuta nel 1330.
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