A PIECE OF HEAVEN
NAPOLI
CASERTA
BENEVENTO
AVELLINO
SALERNO
Il grande fiume li aveva accompagnati attraverso l’Appennino. Dall’Adriatico ne avevano risalito il corso, in cerca di nuove terre fertili e accoglienti al di là delle montagne.
Un edificio in pietra, armonicamente inserito in una pineta e collocato su uno sperone di roccia che sovrasta la splendida cala con la spiaggia di Ficocella.
Quando nel Trecento cominciò a formarsi sull’isola grande, davanti al Castello allora Città d’Ischia, era il Borgo di Mare.
In origine ci fu un Antiquarium, ricavato nell’ampio spazio che anticamente era stato usato come cisterna per gli abitanti di Villa de’ Bagni, l’attuale Ischia Porto.
Nella notte, le luci scenografiche esaltano e ingentiliscono le forme imponenti della rocca dalle quattro torri, sottratta alle aggressioni del tempo e agli effetti di un lungo abbandono.
Aveva solo venticinque anni quando la vita la abbandonò. In suo onore fu costruita una grande tomba, come era d’uso fra le famiglie nobili e ricche della comunità, dove un letto di pietra accolse le sue spoglie.
Negli anni Trenta del secolo scorso era stato fabbricato per essere destinato a mattatoio. Nel centro di Terzigno, l’edificio a due piani, dalle linee semplici ed eleganti, solo qualche decennio più tardi era precipitato in un totale abbandono.
Il Complesso Museale dell'Abbazia si sviluppa nei piani inferiori articolandosi su tre livelli. Dopo aver disceso diciotto gradini, si giunge al primo livello che custodisce un Presepe permanente composto prevalentemente da antichi pastori di scuola napoletana del XVIII secolo, in legno e terracotta.
“Il più bel museo di provincia italiano” (Amedeo Maiuri)
La passione per le arti trasmessa in famiglia avevano potuto coltivarla e affinarla fin da bambini. E da adulti non avevano trascurato di visitare musei in giro per l’Europa e di continuare ad arricchire le già importanti collezioni messe insieme da generazioni
Nel Castello Aragonese di Baia è allestito il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, emblema di questa Terra del Mito. Il castello fu costruito in una posizione strategica su un promontorio di tufo, per dominare tutto il golfo di Pozzuoli e il braccio di mare che comprende le tre isole partenopee. Fu eretto sulle rovine di una villa romana (i resti si vedono dal mare) ed era una fortificazione esemplare per
In origine era Pietra Bianca. Poi, dopo l’eruzione del Vesuvio del 1631 i cui materiali giunsero fin lì, il nome cambiò in Pietrarsa.
A pochi passi dagli scavi archeologici dell’antica Herculaneum sorge il MAV, un centro di cultura e di tecnologia applicata ai Beni Culturali e alla comunicazione, tra i più all’avanguardia in Italia.
Uomo e Ambiente nel Territorio vesuviano
È l’ideale completamento della visita all’attigua Villa Regina, l’unica delle ville rustiche di Boscoreale ad essere aperta al pubblico.
Da Boccaccio al Grand Tour e ora anche museo
Aria buona e verde rigoglioso. Con l’aggiunta di un indimenticabile panorama sul golfo di Napoli. Furono queste caratteristiche ad attirare l’attenzione sull’altura ai piedi di monte Faito, che appariva come un luogo ideale in cui edificare una residenza reale. Come avvenne nella seconda metà del XIII secolo, certamente prima del 1280. A godere per primo dell’ottima esposizione di
Uno sperone di roccia che sorge dal mare. Una mirabile veduta del golfo di Napoli. Un grande parco di piante mediterranee, imponenti alberi storici e fiori a profusione. E una magnifica villa ottocentesca a due piani in stile neoclassico, armoniosamente inserita nel paesaggio, ricca di pregevoli abbellimenti all’esterno e all’interno, che un attento e rispettoso restauro ha recuperato all’aspetto originario dopo il terremoto del 1980.
Una miniera di reperti archeologici, opere d’arte, documenti e testimonianze storiche. E’ il Museo Provinciale Campanodi Capua, fondato nel 1870 dal canonico Gabriele Iannelli, illustre archeologo che ne fu anche il primo direttore, e inaugurato nel 1874 nella prestigiosa sede del Palazzo Antignano , scrigno appropriato per un contenuto tanto
Nelle vicinanze dell’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, si incontra il piccolo ma particolare Museo dei Gladiatori, tutto dedicato alla realtà del vicino monumento. Si tratta di tre sale, aperte al pubblico dal 2003. La sala dopo l’ingresso accoglie un grande plastico dell’anfiteatro come’era nella sua epoca d’oro.
Nel Museo, allestito nella Torre di Sant’Erasno, sono esposti i materiali frutto delle campagne di scavo condotte nel territorio di Capua nella seconda metà del XX secolo. Nelle dieci sale aperte al pubblico, sono esposti, in ordine cronologico e tenendo conto del contesto dello scavo, i reperti dal X al I secolo a.C.
Era tornato a Padula in quel marzo 1909 che gli sarebbe stato fatale. Pochi giorni prima di raggiungere la sua principale destinazione, Palermo, dove la mafia era già avvisata e pronta ad ucciderlo.
Il sito archeologico più famoso ha ritrovato un proprio spazio museale, passaggio propedeutico e preparatorio al percorso di visita nella città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Contemporanea a quella di Padula, il complesso della Certosa sulla collina del Vomero che domina la città rientra nel contesto del mecenatismo religioso angioino e testimonia l’espansione dell’ordine dei Certosini nel Regno di Napoli.
Nel centrale quartiere San Lorenzo, in via Settembrini, il Museo d’Arte contemporanea, noto con l’acronimo Madre, si identifica con lo storico palazzo Donnaregina, edificato nel Settecento su un tratto della cinta muraria antica del V e VI secolo, che è visibile nello spazio della biglietteria, con modifiche risalenti all’Ottocento.
Un gioiello d’arte al servizio della scienza. Questo è stata fin dalla sua fondazione la storica Farmacia degli Incurabili, parte integrante del complesso che comprendeva originariamente l’ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili e la chiesa di Santa Maria del Popolo, vicino al decumano superiore, nel cuore di Napoli.
Il museo sulla collina di Capodimonte, istituito nel 1957, vanta un’origine storica legata alla nascita del Regno indipendente delle Due Sicilie.
Il principale museo cittadino, il Museo del Sannio, è diviso in quattro sezioni: archeologia, medievalistica, arte e storia. Collocate in sedi diverse, tutte di grande valore storico.
Nel nome è un Museo di Arte contemporanea, ma in realtà questo piccolo museo nei sotterranei del Palazzo di Governo, nel centralissimo corso Garibaldi, al suo interno offre un allestimento sorprendente.
Una chiesa altomedievale sconsacrata da tre secoli, un edificio del II secolo d.C. e testimonianze ancora più antiche: è questo il complesso monumentale di Sant’Ilario a Port’Aurea, perché si trova nelle immediate vicinanze della Porta Aurea, come fu ribattezzato l’Arco di Traiano in epoca longobarda.
Il sottosuolo della cattedrale, una miniera di testimonianze archeologiche della vita delle popolazioni che si sono susseguite a Benevento dalla Preistoria al Medio Evo.
Nell’antico complesso religioso di San Felice, nel seicentesco convento dei Cappuccini, trasformato in carcere dopo l’Unità d’Italia, ha oggi sede la Soprintendenza archeologica.
Situato proprio di fianco al convento dei Cappuccini a cui è collegato, vi sono esposti numerosi oggetti di uso quotidiano da parte del Santo di Pietrelcina, che fu ordinato sacerdote proprio a Benevento.
Alla protagonista del famoso romanzo di Lamartine, classico del Romanticismo, dal 1939 è dedicato, nell’ambito dell’annuale Sagra del Mare, un concorso per individuare la “Graziella” tra le giovani procidane che, per l’occasione, indossano il ricco e scenografico abito tradizionale, tramandato ormai di generazione in generazione, che fu descritto con grande precisione da Lamartine nella sua opera ambientata nella Procida d’inizio Ottocento.
Un viaggio a ritroso nel tempo. Fino al Cretaceo, 110 milioni di anni fa, quando alle pendici del Matese, dove sorge Pietraroja, si estendeva una laguna.
Nel Castello di Montesarchio ha sede il Museo archeologico nazionale del Sannio Caudino, con i reperti dei corredi funerari risalenti tra il X-IX secolo e l’epoca romana, rinvenuti delle necropoli di Caudium, Saticula (Sant’Agata de’ Goti) e Telesia (San Salvatore Telesino).