Costruito tra il 1708 e il 1713, due grossi leoni vegliano sull’ingresso, vicino alle colonne che sorreggono la scenografica balconata in pietra locale. Sulla facciata sono poste una meridiana e un’epigrafe che ricorda Garibaldi.
Il palazzo fu edificato dalla principessa Antonia Spinola Colonna moglie di Marino III Caracciolo, quando la famiglia che dominava la città si convinse che il Castello, dove tanto a lungo aveva risieduto, era ormai ridotto in uno stato di fatiscenza tale da non essere più consono alla funzione residenziale e tanto meno adatto alla posizione dei Caracciolo. Per il nuovo edificio, si scelse un’area fuori il Largo. Fu così che il baricentro di Avellino si spostò dal borgo medievale, che era stato fino ad allora il centro della città, alla parte nuova, che cominciò a svilupparsi proprio con il nuovo palazzo, completato tra il 1720 e il 1730, sotto la supervisione dell’ingegnere Filippo Buonocore, tra i migliori del regno. Il palazzo era dotato di un magnifico giardino, dove nel gennaio 1735 fu accolto Carlo III di Borbone, di passaggio in città durante il suo viaggio nel regno di cui aveva da poco preso possesso. Divenuta Avellino capoluogo del Principato Ultra nel 1806, due anni dopo il Comune acquistò il palazzo per allocarvi i Tribunali e altri uffici pubblici. Nel 1839 fu aggiunto un altro piano a cura dell’amministrazione provinciale, di cui è la sede dal 1987, dopo il restauro post terremoto.
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