Nella notte più attesa, la portata aumentava all’improvviso e l’acqua si alzava velocemente nella vasca, fino a riempirla.
Nella serena notte di mezza estate, tutto il paese veglia, unito nell’attesa che le campane della chiesa madre inizino a suonare. Da tempo immemorabile, è quello, ogni 26 luglio, l’inizio di uno dei momenti comunitari più significativi per i figli di Sanza e per tanti altri fedeli cilentani.
Dove lo sguardo può spaziare tutto intorno, inquadrando i monti più vicini, anch’essi figli della catena dei Picentini, e poi, in tutte le altre direzioni, i Lattari, gli Alburni, l’inconfondibile Vesuvio e, più lontano, le catene del Partenio e del Matese, fino al golfo di Napoli e alla sagoma dell’isola d’Ischia nelle giornate in cui il cielo è particolarmente terso.
Sugli Alburni, nella zona di Sant’Angelo a Fasanella che già nell’antichità accoglieva i pellegrini diretti sulla Costa Palomba per l’Antece, c’è una grotta frequentata già nelle Preistoria.
Da sette secoli è meta di pellegrinaggi tra l’ultima domenica di maggio e la prima di ottobre.