Lo spettacolo lascia senza fiato. La vista dall’alto dell’intera Valle Vitulanese, con i monti di bianca roccia carsica a farle da corona, è la conquista dei percorsi che si snodano lungo i fianchi boscosi del Camposauro e delle montagne vicine.
Da mille anni, tutti i sentieri raggiungono l’antica abbazia di Santa Maria in Gruptis che, a seicento metri d’altezza, è affacciata su quel magnifico quadro naturale che cambia colori e aspetto nei diversi periodi dell’anno.
Quella posizione, bella e strategica, la sfruttarono a lungo nell’Ottocento i briganti, che tra i ruderi dell’antico complesso benedettino trovavano rifugio. Sicuri di poter controllare dall’alto tutti gli accessi e i movimenti di presenze estranee ed ostili che si fossero materializzate a piedi o a dorso di mulo. Perché sulle rovine della chiesa medievale, di cui sono rimasti solo l’abside, il portale d’ingresso e un breve, pittoresco tratto del muro di cinta originario, convergevano tutte le mulattiere che collegavano la Valle Vitulanese e la Telesina.
Quei percorsi nel verde, da godere passo dopo passo per la varietà e la floridezza della vegetazione, tra i suoni e i colori della natura, sono oggi ideali per appassionati di trekking, accompagnati e guidati da esperti del territorio, capaci di raccontarne storia e leggende.
E i sentieri battuti un tempo dai muli, si prestano ad escursioni a cavallo, con istruttori qualificati, alla scoperta del Camposauro. Con la possibilità di usufruire di venti box attrezzati per ricoverare i propri cavalli o di montare cavalli del luogo.
Paesaggi incontaminati da vivere in libertà in primavera ed estate, tra le infinite sfumature di verde e le vivaci fioriture apprezzate da pecore, mucche e cavalli al pascolo. O l’esperienza del foliage autunnale, che lascia il posto, dopo le prime nevicate, alla magia delle passeggiate con le ciaspole nel silenzio avvolgente del paesaggio imbiancato.
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