La città capoluogo dell’isola, Ischia, è il centro più popoloso: è delimitata a nord-est dalle spiagge di sabbia sottile e dalle pinete pubbliche e private,

mentre verso sud c’è una prevalenza di paesaggio collinare boscoso e agricolo che domina il luogo-cartolina per eccellenza: il Castello Aragonese con il suo isolotto. Si sbarca a Ischia Porto che, con il vicino borgo di Sant’Alessandro, un tempo era chiamato Villa dei Bagni per la presenza di diverse sorgenti termali, che oggi sono sfruttate grazie a moderne aziende ricettive. In tempi remoti qui c’era un lago formatosi su un antico cratere vulcanico poi sprofondato, che il re Ferdinando II di Borbone trasformò in porto nel 1854. La suggestiva Riva Destra dell’approdo, tra gli angoli caratteristici della movida. Sulla banchina, a pochi passi dalle bitte, c’è la chiesa parrocchiale di Santa Maria di Portosalvo e, a breve distanza, lo Stabilimento termale militare Francesco Buonocore: era il palazzo del protomedico del regno di Napoli, che lo fece costruire nella prima metà del secolo XVIII. Da qui si entra nel regno dello shopping, attraverso via Roma. Si incontra la chiesa cosiddetta di San Pietro con il piazzale Battistessa. Si procede per il Corso Vittoria Colonna, fino alla Piazzetta dove, tra boutique e locali notturni, spunta la cappellina detta di San Girolamo: esisteva già all'inizio del secolo XVI.

Si procede verso la costa, in direzione Ischia Ponte, fino al limitare della colata lavica dell’Arso, ricoperta dalla pineta borbonica, dove si trovano la chiesa e il convento francescano di Santa Maria delle Grazie e Sant’Antonio, e la Biblioteca Antoniana.

Verso Ischia Ponte, conosciuta come l’antico Borgo di Mare medioevale o, in epoca più moderna, come il Borgo di Gelsa, si avverte subito l’importanza del Palazzo del Seminario, dove c’è l’abitazione del vescovo della diocesi ischitana. Fu fondato nel 1741. D’intorno si notano il palazzo della famiglia Lanfreschi di Bellarena e quello della famiglia Lauro. Più avanti, tra le caratteristiche botteghe degli artigiani e dei pittori, la Chiesa Collegiata dello Spirito Santo, fondata intorno al 1570 dai marinai del Borgo di Gelsa: è la sede del culto di San Giovan Giuseppe della Croce, francescano alcantarino (nacque a lschia nel 1654 con il nome di Carlo Gaetano Calosirto e morì a Napoli nel 1734), personalità di grande rilievo nella storia religiosa napoletana del secolo XVIII e patrono dell’isola. A pochi passi c’è la Chiesa cattedrale dedicata all’Assunta o Santa Maria della Scala. Nella prima cappella della navata di sinistra vi è il battistero: la vasca è quella dove fu battezzato il 15 agosto 1654 proprio il futuro San Giovan Giuseppe della Croce. All’angolo della Cattedrale vi è il Palazzo dell'Orologio, con l’orologio pubblico sulla facciata. Nel XVIII secolo era chiamato la Casa dei Parlamentari: era la sede del municipio. Oggi ospita il Museo del mare, ricco di testimonianze della vita dei marinai e dei pescatori isolani.

Il Castello Aragonese, che si scorge subito dopo, è il paradigma della storia locale. Sorge sulla cosiddetta «isola minore»: con essa forma un unicum monumentale e naturalistico. La fortezza fu costruita nel 474 avanti Cristo da Gerone I, sbarcato per aiutare i Cumani nella guerra contro i Tirreni. Ma la sua importanza è tangibile a partire dal V secolo, e si accresce fino a raggiungere il massimo splendore tra XIV e XVI secolo. Il Castello è alto 115 metri, e vi si accede da una strada scavata nella roccia per volontà di Alfonso I d’Aragona (1447 circa): prima c’era solo una scala esterna, che si intravede passandovi vicino in barca. Il collegamento con il borgo antico di Ischia è garantito da un ponte, voluto sempre da Alfonso I. Da visitare la Chiesa dell’Immacolata, barocca, costruita nel XVIII secolo; il Convento delle Clarisse (è del 1575) con il cimitero; i ruderi della cattedrale dell’Assunta, che risale al 1301: nella cripta ci sono affreschi della scuola di Giotto. L’antica cattedrale era a tre navate con cappelle laterali. All’altare in fondo alla navata di sinistra, nel 1509, si celebrarono le nozze tra il condottiero Ferrante d’Avalos e la poetessa Vittoria Colonna, donna di eccezionale personalità che sul Castello creò uno dei più importanti cenacoli di intellettuali del Rinascimento. L’itinerario sul Castello continua con la chiesa ortogonale di San Pietro a Pantaniello del periodo rinascimentale (metà secolo XVI) che conserva ancora tutto il suo fascino. Nelle vicine carceri, durante il periodo risorgimentale, furono detenuti alcuni patrioti. Oggi i locali ospitano mostre e performance artistiche e sono inseriti nel «Percorso del sole» che si affaccia sulle isole di Vivara e Procida, abbracciando il maestoso golfo partenopeo e la baia di Cartaromana, dominata dalla svettante Torre dei Guevara detta di Michelangelo, con le sue sale ricche di affreschi del secolo XVI: ai suoi piedi c’è la chiesetta di Sant’Anna, da cui prendono il nome gli scogli che si trovano a pochi metri. Risale alla prima metà del secolo XVI. Nella baia sono stati riportati alla luce negli ultimi anni resti di ville marittime, un ninfeo, e strutture portuali, compresa una lunga cassaforma lignea pressochè intatta, risalenti alla città romana di Aenaria, tra i principali scali portuali e centri commerciali del golfo di Napoli tra il I secolo a.C e il II d.C. Il sito archeologico sommerso può essere visitato con una imbarcazione dal fondo trasparente. Dalla zona costiera si procede verso l’interno fino alla piazza di Campagnano, con la chiesa parrocchiale di San Domenico nella SS. Annunziata. La piazza è il punto di partenza per escursioni-mozzafiato, verso Piano Liguori e i promontori orientali: paesaggi indimenticabili.

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