La zona di Piano fu abitata fin dalla preistoria, colonizzata dai Greci, e abitata da Osci e Campani e, in epoca romana, denominata Planities, in virtù del territorio pianeggiante.

Le denominazioni popolari sono invece due: «Caruotto» e «Cassano», che rinviano secondo alcuni agli effetti di un antico terremoto del XVI secolo che avrebbe danneggiato una parte della cittadina (cà rotto) e preservato l’altra (cà sano), corrispondente alla Marina di Cassano, il borgo di pescatori suggestivo per la sua posizione, definita dalla falesia tufacea attraversata da una strada di collegamento con  i suoi tornanti caratteristici.

SORRENTO PIANO di SORRENTO 1523

Il centro antico si estende intorno alla Parrocchiale di San Michele Arcangelo, del IX-X secolo. Distrutta più volte e rifatta, elevata a basilica pontificia nel 1914: è a croce latina e l’ampia navata centrale è sormontata da una cantoria con organo e due acquasantiere del XVIII secolo. Sul soffitto a cassettoni, di rilievo i quadri del Solimena e di Paolo De Matteis dedicati alle Storie della vita di San Michele. La balaustra che delimita il presbiterio è di marmo a traforo, opera di Giambattista Antoni, con quattro angeli di scuola berniniana. Nella sagrestia ci sono tre quadri importanti: le Scene della peste di Giuseppe Castellano; la Madonna della Neve della scuola del pittore veneto Giovanni Bellini detto il Giambellino (del Quattrocento) e il San Tommaso che tocca il costato di Gesù di Pacecco De Rosa. Accanto alla basilica c’è il Convento delle Agostiniane con l’annessa Chiesa della Misericordia, completata nel 1739. Alla fine di una bella scalinata che parte da Corso Italia, c’è Convento dei Carmelitani con la Chiesa dei Santi Giuseppe e Teresa, a tre navate, costruita tra il 1663 e il 1687. Da ammirare, la grande tela dell’artista solimenesco Romualdo Formosa che raffigura San Giovanni della Croce. La Chiesa della Madonna delle Grazie o di Rosella, poi, è legata a una vicenda miracolosa: una popolana chiamata Rosella chiese o ottenne la guarigione del figlio gravemente malato pregando davanti a un vecchio quadro della Madonna. Chiese dunque a un pittore di ripulire la tela che si mostrò splendente, dando inizio alla venerazione popolare. Interessante, anche la Chiesa della Santissima Trinità del 1543, con la sua torre campanaria con orologio. Belle e ricche dimore evocano, infine, gli splendori di un tempo. Dal monumentale Palazzo Maresca a Villa Lauro, definita da Roberto Pane come la «più notevole fabbrica neoclassica di tutta la regione», a Villa Fondi De Sangro, costruita dal principe di Fondi don Giovanni Andrea De Sangro, con  il suo ampio parco a picco sul mare. Nella villa è ospitato il Museo Archeologico Territoriale della Penisola Sorrentina, intitolato all’archeologo “Georges Vallet”, che raccoglie il frutto delle campagne di scavo susseguitesi nella Penisola Sorrentina, con testimonianze degli insediamenti dalla Preistoria all’epoca romana, nel contesto più ampio dell’antica Campania.