E’ il figlio più illustre della Penisola sorrentina, Torquato Tasso. Anche se le sue peregrinazioni in giro per le corti d’Italia fin da ragazzo, hanno legato il nome dell’autore de “La Gerusalemme liberata” a tante altre città.

 

tassoMa a Sorrento ebbe i natali l’11 marzo 1544 da  Bernardo, anch’egli poeta, veneziano di origini bergamasche, e da Porzia de’ Rossi, nobile napoletana di origini toscane. All’epoca della nascita di Torquato, i genitori si erano trasferiti a Sorrento da appena un anno, insieme alla primogenita Cornelia, nata a Salerno, dove i Tasso avevano risieduto fin dalle nozze nel 1536, giacchè Bernardo ricopriva l’incarico di segretario dell’ultimo principe di Salerno, Ferrante Sanseverino. Era ancora piccolo Torquato, quando il principe fu bandito dal regno e privato di tutte le sue sostanze per essersi opposto con la nobiltà napoletana al vicerè don Pedro de Toledo, che aveva portato l’Inquisizione nella città di Partenope. Bernardo, che era stato ambasciatore del principe anche all’estero e che lo aveva accompagnato in Germania a perorare la sua causa dall’imperatore Carlo V, seguì la sorte del suo signore e, subita la confisca dei beni, fu costretto a lasciare velocemente Sorrento, per rifugiare in Sicilia con tutta la famiglia. Fu solo nel 1550 che i Tasso poterono tornare a Napoli, dove si stabilirono nella casa di Porzia, sotto la tutela dei fratelli della madre, che in seguito sarebbero stati sospettati della morte della ancora giovane donna, per impadronirsi dei suoi beni, di cui i figli non poterono mai beneficiare.

Benchè ne avesse conservato sempre un dolce ricordo, citandola anche nella sua opera più rappresentativa, Torquato, a parte i pochi anni dell’infanzia, non visse più a Sorrento, se non per una breve parentesi di alcuni mesi nel 1577. Ci ritornò, due anni dopo la pubblicazione de “La Gerusalemme liberata”, nel bel mezzo di uno dei periodi più travagliati della sua complicata esistenza, lasciata Ferrara per dissidi con il duca d’Este e la corte. Si rifugiò allora presso la sorella Cornelia, che viveva a Sorrento da quando, molti anni prima, aveva sposato un nobile del luogo, Marzio Sersale. Proprio in occasione delle nozze a cui Torquato aveva presenziato, Cornelia aveva rischiato di essere fatta prigioniera dai saraceni e quella vicenda aveva colpito molto il giovane poeta. Tanto da non essere forse estranea ai motivi ispiratori del suo celebre poema. Tuttavia, quel soggiorno dalla sorella nel 1577 durò solo alcuni mesi, il tempo per decidere di tornare di nuovo alla corte del duca d’Este. E fu l’ultimo incontro di Tasso con la sua città natale, che non ha mancato mai di ricordarlo negli anniversari importanti e di dedicargli giornate di studio con critici ed esperti della sua opera.

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