E’ conosciuto come fiordo
e ne ha le caratteristiche, ma non sono i ghiacciai e il mare ad averlo scolpito, bensì un torrente, lo Schiato, che da Agerola corre lungo la montagna fino al punto in cui ha scavato incessantemente per incontrare il mare.
In alto, nell’entroterra, su uno sperone di roccia incuneato tra la vallata formata dal torrente Dragone e quella figlia del torrente Reginna.
Il paesaggio della Costiera non sarebbe lo stesso senza le cupole delle chiese che rifulgono al sole con i loro colori vivaci.
E tante stradine e scale della terra delle Sirene non emanerebbero la stessa atmosfera senza le decorazioni di maiolica che vi compaiono qua e là.
I dogi di Amalfi vi trascorrevano l’estate.
Per godere fino all’ultimo raggio del sole che bacia la Costiera dal paese dove le tenebre sopraggiungono più tardi che altrove, Praiano. L’antica Pelagianum , poi Plagianum, che già nel nome porta l’impronta del mare su cui sta affacciata da Capo Sottile.
Un piccolo territorio per una grande marineria.
Capace di farsi onore in ogni epoca, su tutte le rotte del Mediterraneo. Perciò quella conca naturale abbracciata dalle ripide rocce, tra il fiordo di Furore e Amalfi, fu scelta come base navale della Repubblica e arrivò a contare ventisette grandi galeoni.
E’ il più piccolo borgo della Costiera e d’Italia, ma l’unico tra i centri della sua area d’influenza a cui la Repubblica di Amalfi concesse di fregiarsi del titolo di civitas.
Aveva scelto un luogo di rara bellezza lungo la Costa delle Sirene:
sul mare, in una valle tranquilla, coperta da una fitta vegetazione ricca di selvaggina e un corso d’acqua, il Rheginna Minor, proprio là vicino.
Era stato forse un lucumone, capo di quel territorio sotto il dominio etrusco,
a trasmettergli il suo nome. O magari il termine greco che indica una “frattura rocciosa” o, semplicemente, la parola latina “regina”.
Un borgo di mare che vive di pesca
E’ stato sempre così per Cetara, che anche nel nome porta traccia evidente della sua vocazione antica: dal latino Cetaria, ovvero tonnara, o magari cetari, che sarebbero i venditori di tonni.
Il paese più antico della costiera
Scala, per la sua posizione nell’interno ad un’altezza di 400 metri, condivideva con Ravello la funzione di roccaforte a protezione della Repubblica Amalfitana. Secondo la tradizione condivisa con altre località vicine, la sua fondazione nel IV secolo sarebbe da attribuirsi ad un gruppo di romani naufraghi mentre si recavano a Costantinopoli.