Sovrapposizione di livelli, di epoche, di stili. A comporre armonicamente un complesso monumentale che, oltre ad essere scrigno prezioso di opere d’arte, è anche dalla fondazione testimone e riferimento della religiosità dei napoletani.
Ė il Duomo, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, sorta in un luogo destinato al culto fin dall’antichità. Lì era il tempio di Apollo e, agli albori del cristianesimo, nel IV secolo d.C., furono collocati la basilica di Santa Restituta con il battistero di San Giovanni in Fonte, considerato il più antico dell’Occidente, e la basilica di Santa Stefania. Quest’ultima fu sacrificata alla realizzazione della cattedrale, quando ne fu avviata la fabbrica sotto Carlo II d’Angiò nel 1294, coinvolgendo artefici provenienti perlopiù dalla Francia. 

Fu durante il regno di Roberto d’Angiò, nel pieno della fioritura artistica e religiosa che popolò di splendide chiese il centro cittadino, che la cattedrale vide la luce, nel 1313, consacrata all’Assunta nel 1314. Nel frattempo, alle maestranze francesi si erano aggiunti anche maestri italiani come Masuccio I, Giovanni e Nicola Pisano. Nacque, dunque, come gotica, la cattedrale, che inglobò interamente, come propria cappella, la preesistente basilica di Santa Restituta. Ma a segnarne il destino furono due terremoti distruttivi: il primo nel 1349, che abbatté il campanile e la facciata, e l’altro nel 1456, con il crollo di parte della navata. Le successive ricostruzioni arricchirono la chiesa madre di altri due gioielli, la Cappella del Succorpo e la Reale Cappella del Tesoro. Altri danni arrivarono con le bombe della Seconda Guerra Mondiale, allungando tra il 1969 e il 1972 la già lunga lista degli interventi di ripristino e di restyling succedutisi nei secoli. In occasione di quell’ultimo restauro emersero resti romani e greci e il soffitto cassettonato del Cinquecento.NAPOLI Duomo P1690282

Il Duomo

La facciata attuale alta cinquanta metri, in stile neogotico, fu ricostruita su progetto dell’architetto Enrico Alvino tra il 1877 e i primi del Novecento. Presenta tre portali sormontati da elementi della facciata angioina originaria. Il portale centrale è sostenuto da due leoni stilofori opera di Tino di Camaino, come la Madonna con Bambino soprastante. La porta di destra si apre solo per le celebrazioni in onore di San Gennaro o per occasioni speciali.

L’interno è a croce latina, in tre navate separate su ogni lato da otto pilastri in granito africano, che sorreggono gli archi ogivali gotici, sostegno a loro volta delle capriate del soffitto più antico, che in corrispondenza della grande navata centrale fu poi trasformato nel 1621 in un soffitto a cassettoni intagliato e dorato, abbellito da tele che raffigurano episodi dalla Bibbia. Su ogni lato della chiesa si aprono cinque cappelle laterali con pregevoli altari e monumenti funebri. Le navate laterali presentano volte a crociera e decorazioni barocche, introdotte nel Seicento, come i tanti stucchi, che compaiono in ogni parte della chiesa. Sulla controfacciata si evidenziano gli imponenti sepolcri di Carlo I d’Angiò, re di Napoli, di Carlo Martello d’Angiò, re di Ungheria, e della moglie Clemenza D’Asburgo.

Il transetto in stile neogotico, risale all’Ottocento. L’abside fu ristrutturata nel Cinquecento e nel Settecento, quando furono eliminati l’impianto gotico poligonale e inseriti gli stalli di legno del coro. Sul lato destro del presbiterio, si segnala la Cappella Minutolo, dov’era la preesistente basilica di Santa Stefania, e dove furono allocati i monumenti sepolcrali della famiglia Capece Minutolo. La tomba dell’arcivescovo Filippo Capece Minutolo è citata nella novella di Boccaccio che ha per protagonista Andreuccio da Perugia.NAPOLI Duomo P1690361

Nel Duomo si svolgono le celebrazioni legate al miracolo del sangue di San Gennaro, che avviene tre volte all’anno: il primo sabato di maggio, il 19 settembre data della sua morte e il 16 dicembre.

La Cappella del Succorpo

Dal transetto si entra nella Cappella del Succorpo, che è la cripta del Duomo, nota anche come Cappella di San Gennaro o Cappella Carafa, perché fu il cardinale Oliviero Carafa a commissionarla nel 1497. Proprio in quell’ anno, infatti, fecero ritorno in città dal santuario di Montevergine le reliquie di San Gennaro. Il corpo del Santo con le sue venerate reliquie è posto sotto l’altare di bronzo. Nella cripta sono custodite le reliquie di altri 51 Santi. Proprio davanti all’altare si trova statua di marmo del cardinale Carafa.

La cripta è divisa in tre navate da dieci colonne antiche con capitelli ionici. Ė rivestita da marmi preziosi, con nicchie laterali, mentre la cappella terminale è impreziosita da un soffitto a cassettoni abbellito con figure di Santi e cherubini. Le decorazioni della cappella sono di Tommaso Malvito.

La Basilica di Santa Restituta

L’ingresso nella basilica paleocristiana dedicata alla santa martire Restituta è dalla navata sinistra della cattedrale. A ordinarne la costruzione fu Costantino I. La cappella è divisa in tre navate da colonne corinzie. Il Battistero di San Giovanni in Fonte fu edificato in contemporanea alla basilica di Santa Restituta nel IV secolo. Ė composto da un portico rettangolare e dalla sala battesimale sormontata da una cupola. Restano parti dei mosaici originali raffiguranti scene dalla Bibbia.

A di sotto della basilica si trova l’area archeologica greco-romana e paleocristiana.NAPOLI Duomo P1690384NAPOLI Duomo P1690317

Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro

Ė l’unica parte del Duomo che appartiene a tutto il popolo napoletano, non all’arcidiocesi della città. Una particolarità che affonda le radici nelle circostanze che portarono all’edificazione della cappella nel XVI secolo, quando la successione di eruzioni e pestilenze, spinse la cittadinanza a rivolgersi all’amato Patrono, affinchè li preservasse da quei pericoli.

La costruzione fu iniziata l’8 giugno 1608, su progetto dell’architetto Francesco Grimaldi. Lo spazio fu ricavato dall’abbattimento della chiesa di Sant’Andrea, di tre cappelle del Duomo e perfino di alcune abitazioni circostanti.NAPOLI Duomo P1690382

Con una pianta a croce greca, è in stile barocco napoletano. L’ altare maggiore spicca al centro del presbiterio, che accoglie anche due altari laterali e altri due alle basi dei pilastri che sorreggono la cupola. Disposte tutt’intorno, vi sono esposte le diciannove sculture bronzee dei compatroni della città che devono proteggere Napoli e la sua gente. La scultura di San Gennaro è del 1645 ed è collocata vicino all’altare maggiore. Nell’altare maggiore, invece, sono custodite le ampolle del miracola con il sangue e, sopra l’altare il busto del Santo con le ossa del cranio. La cappella è collegata al Museo del Tesoro di San Gennaro con opere d’arte, gioielli, statue busti e tessuti pregiati, doni di re e regine al Santo. 



Informazioni utili:
Ingresso libero dalle ore 8.00 alle 19:30 
Visite guidate dal lunedì al sabato dalle 10:00 alle 18:00 - Domenica dalle 13:00 alle 18:00 
Biglietto intero 12,00 € 
Biglietto ridotto 8,50 €