Il quinto incontro di Isole Verdi, il corso di formazione per operatori turistici promosso dall’Area Marina Protetta di Ischia, Procida e Vivara è stato dedicato dalla relatrice Caterina Iacono proprio alla genesi, alla funzione e alle attività del Regno di Nettuno. 

Una realtà ancora poco conosciuta dagli stessi isolani, oltre che da tanti turisti che ne ignorano perfino l’esistenza, benchè gran parte del mare che circonda le isole, di cui tutti usufruiscono, sia compreso nell’area protetta. Una delle prime ad essere immaginate e programmate dal legislatore che, dopo la legge di Difesa del Mare del 1982, la prima in Europa,  nel 1991 approvò la Legge quadro 394 con cui furono introdotte le Aree Marine Protette, al fine di tutelare i tratti di mare di maggior pregio lungo gli oltre ottomila chilometri delle coste italiane.  Nell’elenco inserito nel testo della legge, tra le cosiddette “aree di reperimento”, comparve per la prima volta la denominazione di Regno di Nettuno in riferimento al mare delle Isole Flegree. Da allora hanno visto la luce in Italia 27 Aree Marine Protette, insieme a due aree specificamente dedicate alla preservazione dei siti archeologici subacquei a Baia e a Gaiola e al santuario internazionale dei cetacei Pèlagos in Liguria. Un gruppo destinato a crescere con l’aggiunta di nuove Amp di imminente istituzione, mentre di altre ancora è stato avviato l’iter  e altri cinque siti potrebbero diventare aree di reperimento.

Atto formale di nascita di un’Area Marina Protetta è il decreto istitutivo, con la perimetrazione e la distinzione delle diverse zone corrispondenti a differenti livelli di tutela. Di solito Zone A, B e C, a cui possono aggiungersene altre legate a esigenze specifiche. Come la Zona D del Regno di Nettuno, finalizzata alla salvaguardia dei cetacei.

 

regnodinettuno

 

Le fasi dell’istituzione

Particolarità dell’Area Marina di Ischia e Procida è stata di essere richiesta dal basso, quando alla fine degli anni Novanta i pescatori ischitani, le associazioni ambientaliste e delle diverse categorie economiche si ritrovarono in una associazione unitaria per sollecitare l’avvio dell’iter istitutivo. Anni, quelli, segnati sia dallo scalpore suscitato, durante l’attività di prelievo della sabbia per il primo ripascimento della spiaggia dei Maronti, dalla distruzione della prateria di Posidonia che era stata da poco scoperta nel fondale antistante il lido ischitano durante i rilievi per lo studio di fattibilità dell’Area Marina, sia dalla devastazione provocata lungo le coste dalle mareggiate di fine ’99. A predisporre lper il Ministero dell’Ambiente, lo studio di fattibilità consegnato nel 2000 fu la Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli.

Dopo una lunga fase di concertazione tra il Ministero e gli enti locali, il 27 dicembre 2007 fu emanato il decreto istitutivo, con l’affidamento in gestione al Consorzio dei sette Comuni delle isole di Ischia e Procida. Ma l’attivazione della nuova Area Marina avvenne nel 2008 con la pubblicazione del regolamento. Il Consorzio mantenne la gestione fino alla revoca del 2015. Fu allora che il Regno, commissariato dal Ministero, venne dato temporaneamente in gestione alla Capitaneria di Porto con un direttore facente funzione.  Nel 2018 avvenne il riaffidamento dal Ministero dell’Ambiente al Consorzio dei Comuni. Assetto che si è poi concretizzato il 23 gennaio 2020 e da allora per l’Amp isolana è iniziata una fase di riorganizzazione e di rilancio. 

 

 

Perché è nato il Regno di Nettuno

La creazione di un’Area Marina Protetta tra Ischia, Vivara e Procida è motivata principalmente da tre caratteristiche specifiche: biodiversità, praterie di Posidonia e cetacei.

Innanzitutto, la grande varietà biologica che si riscontra nel mare delle isole. La conformazione geologica dei fondali crea condizioni climatiche particolari, che nell’arco dell’anno si rivelano ideali per la vita di tutte le specie vegetali e animali del Mediterraneo. Un bel video illustra le meraviglie che la biodiversità produce nel Regno, da sotto il pelo dell’acqua alle maggiori profondità, a causa dei differenti habitat, in particolare coralligeno e posidonieto, che in alcuni siti si sovrappongono.

 

La Posidonia, la regina del Regno

Le vaste praterie di Posidonia, che coprono 16 chilometri quadrati nei fondali tra Ischia, Procida e Vivara, sono completamente racchiuse – e protette – nella perimetrazione dell’Amp, che ne segue sostanzialmente lo sviluppo. Si tratta di una pianta adattatasi alla vita in mare da 120 milioni di anni, abbarbicata tenacemente al substrato sabbioso e talvolta anche roccioso, sul quale forma, con le sue radici lignificate, i rizomi con cui si propaga e i detriti  da essi inglobati, dei terrazzi compatti su cui continua a crescere, che sono chiamati matte e svolgono un ruolo determinante nella difesa delle coste rispetto ai fenomeni di erosione. Le stesse foglie nastriformi delle piante vive formano barriere compatte ,che attenuano la violenza del moto ondoso, proteggendo gli arenili. È stato calcolato che un solo metro quadro di estensione della prateria stabilizza bel 14 metri lineari di costa.

La Posidonia funziona a mare come le foreste a terra: produce, infatti, molto ossigeno, dai 4 ai 20 litri al giorno a metro quadro, e trattiene anche grosse quantità di anidride carbonica, dunque è preziosa per contrastare il cambiamento climatico. Oltre a offrire condizioni ideali per la vita di numerose specie vegetali (alghe) e animali delle più varie specie, alle quali assicura anche un rifugio sicuro e una nursery per i loro piccoli. Un ecosistema in cui tutte le specie presenti formano una importante rete trofica. Ciò che vale anche per gli accumuli di foglie secche spiaggiate, chiamati banquette, che svolgono anch’essi un importante ruolo di protezione degli arenili, oltre a fornire cibo ai detritivori e ad altre specie animali. Insomma, la Posidonia è  estremamente utile sia da viva che da morta e per questo va preservata.

 

 

ischia delfiniSantuario dei cetacei

Altra particolarità unica del Regno di Nettuno è la presenza, documentata nel tempo dagli studi dell’associazione Delphis (ora Oceanomare Delphis), di tutte le specie dei cetacei del Mediterraneo, motivo per il quale gran parte del Canyon di Cuma al largo della zona nord-occidentale di Ischia è compresa nella perimetrazione del parco come zona D. Si tratta dell’unico Santuario dei Cetacei interamente italiano,  dove si nutrono e si riproducono sette specie: balenottera, capodoglio, grampo, globicefalo e, tra i delfini, tursiope, stenella e il rarissimo delfino comune sull’orlo dell’estinzione.

 

La zonizzazione

Nelle due zone A di riserva integrale, la costa occidentale di Vivara e la secca  della Catena sono vietate tutte le attività tranne i soccorsi e la ricerca scientifica autorizzata dall’Amp.

Sempre due sono le zone B no take, zone B di riserva generale speciale, particolarità del Regno di Nettuno, con cui sono tutelati due siti di enorme pregio: Punta Sant’Angelo e la spettacolare Secca delle Formiche, dove sono permessi solo ai residenti la balneazione, la navigazione a remi e a vela e le visite guidate con i diving. Due potenziali zone A che si è voluto lasciare alla fruizione tutelata dei subacquei, ma senza prelevare nulla dal mare.

Molto più numerose sono le  zone B di riserva generale sulla costa orientale di Procida, intorno Vivara, sul Banco d’Ischia, sui tratti antistanti San Pancrazio e la Scarrupata, da Punta imperatore a Punta Sant’Angelo e la Secca di Forio. Per i residenti è possibile la balneazione, la navigazione a velocità non superiore ai 5 nodi (perché è vicino alla costa), l’ancoraggio, le immersioni senza guida e la navigazione di natanti da noleggio. I residenti devono chiedere l’autorizzazione per l’ancoraggio tra il 1° giugno e il 30 settembre; sono consentiti l’ormeggio, la pesca, le immersioni guidate e le visite guidate in superficie.

La Zona C di riserva parziale è molto estesa e comprende tutto il mare intorno alle isole, esclusa l’area a nord di Punta Imperatore. Ai residenti sono consentite tutte le attività, mentre sono regolamentati i flussi dei non residenti.

Unica nel Regno di Nettuno è la Zona D di salvaguardia dei mammiferi marini sul Canyon di Cuma, dove è consentita la pesca a strascico e a circuizione, vietata sotto costa, e l’osservazione dei cetacei. Sono previste specifiche prescrizioni per le imbarcazioni in caso incrocino dei cetacei.

 

 

Le attività dell’Area Marina Protetta

ischia delfini

Grande attenzione l’Amp ha riservato all’educazione ambientale nelle scuole isolane con Nettuno va a scuola, inaugurato nel 2016, svolto in collaborazione con Legambiente con lezioni tenute in classe e all’aperto, al Museo del Mare di Ischia e alla Biblioteca Antoniana, dove l’Area Marina ha realizzato uno spazio dedicato ai lettori più piccoli; i Delfini guardiani con Marevivo; la gara di pesca al rifiuto con Oceanus a Procida. Sperimentato prima del Covid, si attende di far partire il progetto Project Sea nell’ambito di Erasmusplus con giovani volontari stranieri, che nella fase sperimentale hanno già partecipato alle pulizie svolte della baia di Sant’Anna il giorno dopo la festa del 26 luglio, per due anni consecutivi.

Nell’ottobre 2016 Un tuffo nel blu restituì al mare le tartarughe marine curate dopo incidenti in mare. Sempre l’Amp ha inviato nel 2020 giovani volontari a sorvegliare i siti di nidificazione delle tartarughe Caretta caretta sui lidi della terraferma.

Tante le giornate e le iniziative dedicate alla pulizia delle spiagge, delle scogliere e dei fondali, coinvolgendo i diving locali, le associazioni e i volontari sul territorio, in collaborazione con Capitaneria di Porto e Nucleo subacqueo dei Carabinieri. Una proficua collaborazione tra i subacquei e i pescatori ha animato l’Ischia Green Blitz, altro progetto di pulizia dei fondali. Esperienza pilota in Italia e primo progetto del genere svolto su scala regionale, Remare ha coinvolto nel conferimento dei rifiuti pescati in mare 510 pescherecci e 15 porti in tutta la Campania.

Sul fronte della valorizzazione del patrimonio marino, sono state organizzate varie edizioni di Blueblitz ,per testimoniare e monitorare la biodiversità nel Regno grazie alla partecipazione di appassionati fotografi delle più diverse provenienze. Durante il lockdown, poi, Pasquale Vassallo e Guido Villani hanno dedicato scatti importanti e di grande impatto alle meraviglie del mare.

Per favorire la partecipazione e la collaborazione dei cittadini, grande impulso è stato dato negli ultimi anni al citizenscience per segnalazioni di avvistamenti di specie aliene o avifauna o animali in difficoltà o rifiuti, spiaggiamenti, illeciti e di qualunque altra situazione particolare a cui si assista in mare. Perché l’Area Marina Protetta ha bisogno del contributo attivo e del sostegno consapevole di tutti.

 AREA MARINA PROTETTA DELLE ISOLE FLEGREE REGNO DI NETTUNO

{SCOpenGraph image=https://discovercampania.it/images/ischia-delfini.jpg}