E’ una specie pioniera, di quelle che si insediano sulla lava vulcanica e la trasformano lentamente, creando condizioni favorevoli all’insediamento di altre specie vegetali più complesse.
Dietro il nome latino altisonante, stereocaulon vesuvianum, c’è un semplice lichene, di colore grigio, che ha coperto le lave delle eruzioni del Vesuvio del secolo scorso, verificatesi nel 1906, nel 1929 e nel 1944. Sulle colate più antiche, ben visibili dai sentieri del Parco nazionale del Vesuvio@, si accompagna già ad altre specie pioniere come la valeriana rossa (Centranthus ruber), il cisto (Cistus sp.), l’elicriso (Helichrysum litoreum) e l’artemisia (Artemisia campestris), che colorano le scure rocce vulcaniche. Sulle colate del 1944 è invece prevalente e per ampi tratti spesso solitario. E ben mimetizzato per la sua colorazione simile alla roccia scura su cui cresce. Di giorno. Perché di notte, alla luce della luna, inonda di riflessi argentei l’apparentemente brulla distesa di lava.
Ph:@Angelo Ammendola
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