Il cuore del borgo come lo si ammira ancora oggi prese forma nel XIV secolo.

Fu allora che venne edificato il castello, che in seguito, quando le esigenze difensive dell’abitato vennero meno, fu trasformato in palazzo baronale dalla famiglia De Stefano. E sempre a quel periodo risale la chiesa santuario di San Demetrio, sorta nel luogo occupato già in precedenza da un edificio sacro.

 MG 3921 FB MG 3921 FB

Il culto del Santo patrono era, infatti, ben più antico e radicato, risalendo alla fondazione stessa di Morigerati ad opera dei monaci basiliani fuggiti dalla Grecia, che nell’VIII secolo si rifugiarono sullo sperone roccioso affacciato sulla Valle del Bussento. E da quella particolare formazione rocciosa, ovvero da murgia, sporgenza, deriva forse l’etimologia di Morigerati, che però è stata collegata anche a murikè, ginestra in greco. In quell’area, peraltro, nell’antichità viveva la popolazione italica dei Morgeti, prima dell’arrivo dei Romani, l’epoca alla quale risalgono le testimonianze identificate nella zona di Ramanuru.

 

Il tempo non ha cancellato le caratteristiche dell’impianto medievale del borgo, sviluppatosi ad anelli concentrici intorno al nucleo formato dalla chiesa e dal castello. Morigerati ha saputo custodire la  sua identità, valorizzata dalla scelta degli anni recenti di aprire le case del centro storico all’ospitalità di viaggiatori italiani e stranieri, desiderosi di vivere il fascino peculiare del luogo. Così è nato il Paese Ambiente, che coltiva anche l’accoglienza di giovani studenti con attività didattiche e laboratori dedicati. Con il valore aggiunto dei vari richiami offerti anche dal circondario, ideale per gli amanti del trekking e delle passeggiate in mountain bike o con gli asini.

Pe iniziare la frazione di Sicilì, lungo il fianco del Monte Mamino, con la Chiesa della Santissima Annunziata

Imperdibile l’oasi del Bussento curata dal Wwf fin dal 1985, dove oltre alle meraviglie naturalistiche si può visitare pure l’antico molino, con la ruota orizzontale introdotta proprio dai monaci basiliani.

 MG 3921 FB

 MG 3921 FBLe tecniche e gli attrezzi legati alle produzioni agricole e alle attività di trasformazione dei frutti della terra sono protagoniste negli spazi del Museo Etnografico della Cultura Contadina, allocato presso l’antico convento di Sant’Anna, in pieno centro storico.

Fu negli anni Sessanta dello scorso secolo che le sorelle Clorinda e Modestina Florenzano cominciarono a recuperare e collezionare oggetti  di uso comune, agricoli e legati alla tessitura, che raccontavano la civiltà contadina. Da quella preziosa opera di recupero derivano i circa tremila pezzi esposti, a cui si aggiungono collezioni fotografiche, video di feste popolari e di vita quotidiana nelle campagne e varie registrazioni biografiche. Ceduto al Comune nel 1994, il museo è stato riconosciuto di interesse regionale nel 2008. 

Merita una visita anche la ferriera di Valle della Corte, interessante testimonianza di archeologia industriale, riemersa da una frana vicino al Bussentino, affluente del Bussento, a pochi chilometri dal borgo. La struttura è oggi un centro di promozione artistico-culturale e accoglie il Museo Ugo Marano, con diverse opere del maestro ceramista originario di Cetara e cilentano per scelta. MG 3921 FB

 MG 3921 FB

 MG 3921 FB

 MG 3921 FB

 MG 3921 FB