C’è un Posidonieto tra i più importanti del Mediterraneo. C’è un santuario dei Cetacei unico in Italia. C’è una straordinaria Biodiversità sia negli habitat subacquei che lungo la fascia costiera. Sono stati questi tre elementi unici e pregevoli, che hanno ispirato la creazione di un’Area Marina Protetta tra le isole di Ischia, Vivara e Procida.

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E questo notevole patrimonio l’Area Marina “Regno di Nettuno” vuole far meglio conoscere attraverso Isole Verdi, il corso di formazione rivolto agli operatori turistici isolani che ha preso il via ieri pomeriggio. Ad aprire la serie degli incontri, programmata fino al 17 maggio per un totale di 60 ore, è stato il direttore dell’AMP flegrea Antonino Miccio, che ha presentato l’iniziativa, sottolineandone le finalità. In particolare, la necessità di approfondire le peculiarità di un territorio che con l’intero golfo di Napoli  si caratterizza, però, anche per la fortissima pressione antropica che non risparmia la risorsa mare.  E che pone il problema del bilanciamento tra la sua tutela e le esigenze della sua fruizione. Aspetti che saranno sviscerati nei prossimi incontri, insieme ai temi della sostenibilità, ormai centrali nelle politiche europee e anche nell’elaborazione del Recovery Found.

Ad inaugurare il ciclo degli incontri sono stati il professor Giancarlo Carrada e il ricercatore Cnr e fotografo subacqueo Guido Villani, che conoscono alla perfezione il Regno di Nettuno e i suoi abitanti. Ma preliminarmente ad ogni discorso, il professor Carrada ha voluto precisare il significato della parola ecologia, erroneamente confusa con un sentimento positivo rispetto all’ambiente o con qualunque attività di fruizione della natura, mentre si tratta della scienza che studia il rapporto reciproco tra specie e ambiente. Il professore si è soffermato anche sul significato di ecosistema, biodiversità e sostenibilità.

La prima lezione di Biologia marina è stata dedicata ai diversi ambienti subacquei che sono presenti nell’AMP. E le magnifiche immagini di Guido Villani hanno accompagnato l’esposizione ampia ed esauriente di un ideale itinerario sottomarino di grande suggestione, oltre che estremamente rappresentativo della biodiversità che qualifica il mare delle Isole Flegree. Merito della varietà dei substrati che si susseguono nei diversi luoghi e a diversa profondità.

Il substrato roccioso, di tufo per la sua origine vulcanica, già a bassa profondità è popolato da alghe lì dove c’è maggiore esposizione alla luce, mentre dove fessure e cavità sono in ombra prevalgono nettamente le specie animali. Le rocce sono associate al coralligeno, che non si identifica necessariamente con il corallo rosso, presente solo oltre i 30-35 metri. Da Pizzaco sull’isola di Procida a Sant’Angelo sull’isola d’Ischia si trovano formazioni di corallo rosso con milioni di piccoli polipetti, che si nutrono di plancton e che danno vita agli scheletri minerali utilizzati anche in gioielleria. Intorno al corallo si trovano alghe calcaree, invertebrati e pesci. E i parenti prossimi del corallo, ovvero le gorgonie colorate, sono anch’esse formate da colonie di polipetti, ma gli scheletri minerali sono flessibili. La disposizione delle gorgonie sulle rocce è opposta alla direzione della corrente dominante in quel tratto di mare. Coabitano con una molteplicità di altre specie animali, che non di rado si sovrappongono le une alle altre: un fenomeno che si chiama epibiosi.

Tra gli esempi di coralligeno proposti, oltre a Pizzaco, dove le alghe rosse calcificate creano le condizioni per l’insediamento di altre innumerevoli specie, c’è la famosa Secca delle Formiche, zona A tra il Castello Aragonese e Vivara, dove eccezionalmente, a soli 13/14 metri di profondità, vive la scenografica Axinella cannabina, una spugna molto delicata che altrove non si trova a meno di 40 metri. Un vero trionfo di vita sono le pareti rocciose di Solchiaro a Procida e Sant’Angelo a Ischia, dove si evidenziano le correlazioni fra invertebrati, organismi filtratori associati a gorgonie e pesci.

Una grande varietà di specie animali e vegetali  connota i substrati incoerenti, formati da sabbia o ghiaia. Le specie che li prediligono sono celate sotto i primi strati, da cui riemergono quando non c’è luce, dunque perlopiù di notte, mentre di giorno catturano il cibo con appositi sifoni che fuoriescono dalla sabbia o dalla ghiaia.

Sia i fondali rocciosi che i sabbiosi, in condizioni di luce e di correnti favorevoli, accolgono la Posidonia, la pianta marina tipica del Mediterraneo che a Ischia è stata molto studiata dalla sezione locale della Stazione Zoologica di Napoli “Anton Dohrn”. Si tratta di un ecosistema prioritario che produce grandi quantità di ossigeno; che per la conformazione delle stratificazioni di radici lignificate rappresenta una barriera al moto ondoso e all’erosione costiera; che funge da nursery per le specie ittiche, i crostacei e altri organismi. Importanti a mare come le foreste a terra, le praterie del Regno di Nettuno subiscono i danni dell’ancoraggio selvaggio e di altre attività umane, ciò che ha già comportato la loro regressione in alcune zone, come la baia di Silurenza a Procida. Di qui la necessità di interventi di tutela per contenere l’ancoraggio indiscriminato. A tale scopo, l’Area Marina Protetta sta lavorando alla realizzazione di appositi parchi boe con sistemi ecocompatibili sia a Ischia che a Procida.

 

Qualunque sia il substrato – solido, dunque roccioso, o incoerente come ghiaia e sabbia -  gli organismi che vi sono ancorati o che strisciano sono definiti bentonici. Invece, gli organismi marini che vivono nella colonna d’acqua e vengono mossi dalle correnti , come le meduse, sono detti pelagici. Gli animali, poi, che si muovono liberamente e autonomamente nella colonna d’acqua, contrastando il movimento delle correnti, come i pesci, sono organismi nectonici.

Grande varietà di specie animali e vegetali  connota i substrati incoerenti, sabbia o ghiaia