Il decumano superiore, insieme a quello inferiore e maggiore, caratterizza il centro storico dell’antica Neapolis. Oggi il tracciato di questa importante arteria viaria non è lineare come in passato, perché nell’ultimo secolo sono stati fatti dei pesanti rifacimenti che ne hanno alterato la conformazione, ma soprattutto il percorso.
Il decumano superiore, ad oggi, comprende importanti strade come via Sapienza, via Pisanelli, l’Anticaglia, via San Giuseppe dei Ruffi, via Donnaregina e via Santi Apostoli. Un itinerario lungo questo assetto viario assai singolare potrebbe cominciare da un edificio religioso estremamente importante per le sue testimonianze di epoca barocca: la chiesa di San Giuseppe dei Ruffi, che si trova in zona Duomo.
La chiesa di San Giuseppe dei Ruffi
L’edificio, insieme al corrispondente monastero, risale al 1604 e la sua costruzione fu fortemente voluta da alcune nobildonne napoletane molto devote. Tuttavia nel 1611 le monache si trasferirono nel convento di Santa Maria degli Angeli, ribattezzandolo col nome di San Giuseppe. Alcuni anni dopo, si decise di costruire una nuova chiesa, abbattendo quella esistente. Il progetto fu affidato all’architetto Dionisio Nencioni di Bartolomeo intorno al 1630. Nel frattempo si andava costruendo il chiostro grazie all’acquisizione di alcuni edifici adiacenti. I lavori della chiesa, però, proseguirono a rilento e così alla metà del secolo si scelse di affidare il cantiere a Dionisio Lazzari, artista polivalente del barocco napoletano. Questi si occupò della realizzazione della calotta della prima cupola e, soprattutto, della navata centrale. Negli anni Ottanta del Seicento venne realizzato anche l’altare maggiore su disegno dello stesso Lazzari. Alla morte di quest’ultimo, il cantiere della chiesa di San Giuseppe dei Ruffi passò nelle mani di Arcangelo Guglielmelli che, coadiuvato dal figlio Marcello, terminò la navata centrale per poi avviare nel 1725 i lavori nell’atrio. Nel corso del Settecento, a seguito di un terremoto, furono eseguiti importanti lavori di rinforzamento. Per l’occasione venne chiamato l’architetto Nicolò Tagliacozzi Canale, che si occupò della decorazione interna della chiesa con marmi preziosi. La chiesa, ad oggi, è un formidabile esempio del talento dei maestri marmorari e degli scultori napoletani del Sei e Settecento e l’edificio, nella sua interezza, va visto come una grande macchina di festa barocca.
L’esterno della chiesa presenta una facciata preceduta da un portico e da una doppia rampa di scale, mentre nella parte superiore è presente un timpano che si rifà alle grandi macchine religiose romane di epoca coeva. L’interno è a croce latina con cappelle laterali ed è ricco di marmi commessi che creano una sublime decorazione barocca. A colpire il visitatore che entra per la prima volta nella chiesa è sicuramente la luce dorata, l’elemento caratteristico che invade l’intero edificio, rendendolo estremamente suggestivo dal punto di vista visivo e spirituale.
In fondo all’abside è possibile osservare l’altare maggiore che venne realizzato da Matteo Bottiglieri su disegno di Dionisio Lazzari. Su di esso si può ammirare una tela di Luca Giordano raffigurante la Santissima Trinità con i Santi. Molto interessanti, poi, sono i due altari presenti nella zona del transetto. A destra, abbiamo quello progettato da Arcangelo Guglielmelli e a sinistra quello realizzato da Bartolomeo e Pietro Ghetti su progetto di Giovan Domenico Vinaccia con statue degli stessi autori e di Giuseppe Sanmartino. A sovrastare l’altare in questione una tela di Luca Giordano raffigurante i Santi Pietro e Paolo, gli stessi santi che sono effigiati nelle statue pocanzi presentate. La cupola della chiesa venne affrescata da Francesco De Mura, celebre pittore del Settecento napoletano. L’affresco, realizzato intorno alla metà del secolo, rappresenta il Trionfo di San Giuseppe in un tripudio di personaggi che vengono presentati all’osservatore con uno sfondamento prospettico, effetto molto accentuato se si guarda la cupola dal basso verso l’alto. Il visitatore che deciderà di recarsi in questo piccolo gioiello della Napoli barocca, non rimarrà deluso perché, come è stato detto, l’effetto aureo che pervade la chiesa è davvero straordinario.
Il complesso di San Giuseppe dei Ruffi comprende anche due chiostri, progettati da Dionisio Lazzari alla metà del XVII secolo e completati poi da Arcangelo Guglielmelli.
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