A pochi passi dalla chiesa di San Pietro a Majella si trova il Conservatorio di San Pietro a Majella, che rappresenta uno dei centri principali della cultura musicale europea e, ad oggi, è ancora una delle più rinomate scuole di musica in Italia. Percorrendo la strada in cui si trova, è possibile ascoltare le note che fuoriescono dalle aule e dagli ambienti interni.
Il visitatore che passa di lì per caso rimarrà piacevolmente colpito da questo aspetto di Via dei Tribunali, una strada sempre caotica e piena di vita.
Il Conservatorio di San Pietro a Majella nacque nel 1807 come “Real Collegio di Musica”. In esso confluirono quattro istituti musicali preesistenti, nati in realtà come orfanotrofi e dislocati all’epoca in varie parti della città e nei quali, durante il XVIII secolo, si esibirono importanti musicisti, anche di fama internazionale. Pensiamo, ad esempio, a Mozart che nel 1770, durante il suo viaggio in Italia, si esibì presso il Conservatorio della Pietà dei Turchini. Nel Conservatorio di San Pietro a Majella, poi, si sono formati importanti compositori come Saverio Mercadante, Vincenzo Bellini e, in tempi più recenti, l’acclamato direttore d’orchestra Riccardo Muti. Nel 1826 l’intero complesso si spostò dalla sede originaria sita in Via San Sebastiano alla sede attuale in Via San Pietro a Majella, dove tuttora si trova.
L’edificio del conservatorio è molto caratteristico e al suo interno ospita anche due chiostri che, in realtà, fanno parte della chiesa, ma che oggi sono sede dell’istituto musicale partenopeo. Il chiostro grande, come si evince anche da una lapide, venne fondato nel 1684 per volontà di padre Celestino. Questi, a dire il vero, portò avanti il progetto dei suoi predecessori, che volevano già rimaneggiare il chiostro risalente, come la chiesa, al XIV secolo. Il chiostro grande presenta un ambiente ampio e spazioso, dove prospera una ricca vegetazione. Notevoli, poi, sono le arcate, sostenute da robusti pilastri in piperno, che danno un ritmo continuo all’intero complesso. La parte superiore della fabbrica è caratterizzata da finestre con ornamentazioni e decorazioni di stampo barocco e rococò. Al centro del chiostro si trova il Beethoven, opera scultorea di Francesco Jerace di fine Ottocento. Il chiostro piccolo, come si evince dal nome, è di dimensioni minori rispetto a quello precedente. Posto sul lato destro dell’ingresso, è anch’esso caratterizzato da pilastri che sorreggono un’arcata. Tuttavia questo chiostro, molto più di quello grande, conserva le proprie origini gotiche, con decorazioni in stucco bianco e grigio sulla volta.
All’Interno del conservatorio troviamo anche una biblioteca musicale ricca di documenti, manoscritti autografi, libretti d’opera appartenuti a grandi musicisti e compositori del passato come Domenico Cimarosa, Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti, solo per citarne alcuni. Si possono trovare anche importanti cimeli e strumenti musicali di musicisti e compositori delle più disparate epoche storiche. Tra i pezzi più pregiati della collezione è sicuramente un’arpa di Antonio Stradivari del 1681. Di grande interesse è anche la quadreria, che conta soprattutto ritratti di celebri musicisti, tra cui vale la pena di ricordare il Saverio Mercadante di Filippo Palizzi e il Gioacchino Rossini di Domenico Morelli.
Infine, c’è l’archivio che custodisce tutte le carte inerenti alla storia del conservatorio. Una nutrita documentazione, infatti, lumeggia le tappe che hanno portato alla fusione dei quattro precedenti istituti musicali e registra le varie fasi di costruzione delle sale e degli ambienti dell’istituto.
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