Le “ruote di carro” pesano sei chili, ma la pezzatura più diffusa è di due chili. Pagnotte rotonde, di grano duro e tenero, cresciute con lievito madre e cotte anche in forno a legna: il pane che ha reso famosa Calitri.
Come la ceramica, produzione caratteristica fin dal Medio Evo, a cui è dedicato un imperdibile museo nel più grande museo del Borgo Castello, sulla collina che domina la valle dell’Ofanto. Lì dove fin dal XIII secolo sorgeva il castello normanno di Caletrum distrutto da un terremoto nel 1694. Fu sulle sue rovine, utilizzando i bastioni e le mura ancora in piedi e sfruttando l’enorme quantità di materiali disponibile, che fu edificato nell’arco di alcuni decenni uno dei più grandi e suggestivi centri storici dell’Irpinia. Occupato dopo l’Unità d’Italia dalla banda di Carmine Crocco, il “generale dei briganti”. Ma a cambiarne di nuovo la storia fu il sisma del 1980, che distrusse la parte alta dell’abitato, poi completamente acquisito al patrimonio pubblico per l’avvio di un complesso e sistematico intervento di restauro, che ha recuperato l’antico borgo, con i suoi percorsi, le sue peculiari bellezze, la sua identità storica. E nuovi spazi museali e di supporto alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico-antropologico e delle produzioni tipiche di Calitri. Un Borgo Castello visitabile e tutto da vivere…
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