È interamente figlio del Cilento il fiume Calore a cui devono necessariamente accompagnarsi gli aggettivi “lucano” o “salernitano”, per distinguerlo dall’omonimo più settentrionale, che scorre tra l’Irpinia e il Sannio.
Nasce dal monte Gelbison e scorre in territorio cilentano per 22 chilometri fino a sfociare in mare nei pressi di Capo Palinuro. Ad appena mezzo chilometro di distanza dalla foce del Mingardo,
Gli antichi lo veneravano come divinità delle acque e lo rappresentavano con una fluente barba bianca e, tra le mani, un vaso da cui sgorgava acqua preziosa. Il Sarno era allora molto diverso dal fiume attuale, oltre che limpido e pescoso.
Parte integrante del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano a cui sono stati aggiunti in seguito, gli Alburni sono un massiccio montuoso tra la valle del Sele e la valle del Tanagro.
Gebel el son, Monte dell’idolo. Un nome ufficiale, di origine araba, che calza a pennello alla montagna del Subappennino lucano considerata sacra in tutte le epoche.
Nell’ora del tramonto, la Leonessa che dorme si tinge di rosa. Tra le varie denominazioni che fanno riferimento al Monte Bulgheria,
Con i suoi imponenti 1899 metri di altezza, il Cervati è il secondo tra i più alti monti della Campania e il più alto del Cilento.