E’ una delle perle della Costiera Cilentana, Pollica. E non sono da meno i borghi che rientrano nel suo territorio a livello amministrativo, tutti diversamente incantevoli con le loro “personalità” e attrazioni.
Fra Punta Licosa e la foce dell’Alento, nel golfo di Palinuro, alle pendici meridionali del Monte Stella, giace il borgo dalle “molte case”, in greco “pollai oikìai”, sotto il colle Serra di Molino a Vento. Case semplici, di gente di mare, che con il suo stile di vita è diventata un modello per il mondo. Perché Pollica, e in particolare la sua frazione di Pioppi, è la patria riconosciuta della dieta mediterranea, tutelata dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità.
Simbolo del borgo è la torre medievale che sembra sorgere dal mare. A pianta quadrata, su tre piani che prendono luce ciascuno da una monofora, è parte del Palazzo Capano, edificato nel 1290 che conserva le sue caratteristiche peculiari nei vari ambienti che lo compongono, tra i quali il frantoio, la stalle e i posti di guardia. Anche se quello che ci appare oggi è il castello uscito dalla ristrutturazione del 1610, voluta da un illustre membro della famiglia, Vincenzo Capano, XV principe di Pollica. Una delle stanze del castello è associata al nome di Sant’Alfonso De’ Liguori, che vi soggiornò a lungo, pare per approfondire le abitudini pagane degli abitanti. Fu proprietà dei principi Capano, originari di Rocca Cilento, per diversi secoli, fino all’estinzione del casato, quando il feudo di Pollica fu ereditato dai De Liguoro per appena nove anni, prima che la feudalità fosse cancellata in pieno periodo napoleonico.
Gli stemmi dei Capano sono presenti sugli altari della chiesa del convento di Santa Maria delle Grazie, edificata nel 1610. A una sola navata, presenta quattro altari su ogni parete laterale. Di gran pregio i dipinti, in particolare quelli ai lati dell’ingresso attribuiti a Malinconico, allievo di Luca Giordano. E il soffitto ligneo a cassettoni di Giuseppe Marrocco da Celso, con un dipinto centrale raffigurante l’Assunta di Matteo Cilento. Settecenteschi sono il coro ligneo di artisti francescani, l’organo, la sacrestia con soffitto ligneo. Dedicata al patrono della cittadina è la seicentesca chiesa di San Nicola, che si distingue per la semplicità della facciata priva di elementi decorativi, per l’altare maggiore di marmi policromi, il soffitto di legno con dipinti di Matteo Cilento e l’organo a canne. La più antica delle chiese di Pollica, ora sconsacrata, risale al 1524 ed era intitolata a San Pietro.
A sud est rispetto a Pollica, su un promontorio alla foce del fiume Mortella sorge Pioppi. Approdo naturale, era utilizzato dai greci di base nella vicina Elea. Quello che era noto come porto del Fico anche i epoca romana era fondamentale per il commercio dei già rinomati fichi della zona e della seta.
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