Un complesso difensivo di origine longobarda sorto sull’acropoli antica, ricostruito dai Normanni e trasformato nel XV secolo in residenza nobiliare.
All’interno, un museo archeologico piccolo, ma all’avanguardia per le caratteristiche dell’allestimento e per la dotazione di supporti tecnologici finalizzati a favorirne la migliore fruizione da parte delle più diverse categorie di visitatori. E, soprattutto, un museo nazionale sia per il valore dei reperti che custodisce sia per l’importanza del territorio di cui vuole rappresentare e raccontare la storia antica, dalla città di Suessa, uno dei centri della pentapoli aurunca, all’importante colonia romana vicina alla via Appia e alla via Latina.
I primi ad essere esposti in una sala del Castello ducale di Sessa Aurunca erano stati i reperti recuperati dal grande teatro romano, uno dei principali della Campania antica. Poi, la destinazione completa a sede museale, con testimonianze riconducibili a un territorio vasto, comprensivo, oltre il Volturno, del basso Lazio fino al promontorio del Circeo e, nell’interno, ad Aquino.
Le prime tre sale sono dedicate interamente al periodo preromano, quando quella era la terra degli Ausoni e degli Aurunci (che alcuni considerano una sola popolazione), tra il IX e l’VIII secolo a.C., in piena Età del Ferro, fino alla conquista romana del 313 a.C. Considerata la grande importanza della dimensione sacra tra le popolazioni più antiche, l’allestimento è incentrato sui santuari e sulle numerose aree sacre recintate, poste al di fuori delle città, su colline e lungo i fiumi, in una totale integrazione nella natura. Vari reperti provengono dal santuario consacrato alla dea Marica alla foce del Garigliano.
La sezione riguardante l’età romana prevede tre percorsi tematici. Il primo riguarda il territorio extraurbano, dove si trovavano le ville rustiche e le strutture per la produzione del vino Falerno, che dava il nome all’intero ager falernus, oltre ad aree sepolcrali. Il secondo percorso descrive lo spazio urbana della Suessa romana su cui è stato costruito e si è espanso il centro medievale. Il terzo è dedicato al grande teatro, uno dei maggiori edifici della Campania antica, e presenta una esposizione che riproduce per quanto possibile la collocazione dei reperti nel teatro. E in primo piano c’è la statua di Matidia minor, collocata al centro della scena. Ė arrivata dal Mann di Napoli la Venere di Sinuessa, tornata nel luogo da cui venne riportata alla luce.
Il museo dispone di Installazioni interattive e di postazioni tattili, che consentono la visita ai non vedenti. Ogni oggetto esposto è dotato di un qr code per attivare l’audio guida. Ci sono stazioni interattive di approfondimento e tecniche di visualizzazione in 3D con una ricostruzione del teatro e la possibilità di visionare e conoscere la Kore o Afrodite di Sessa, attribuita a un artista etrusco di Capua, che è in dotazione al British Museum.
Informazioni utili: Il Museo archeologico nazionale di Sessa Aurunca è aperto il mercoledì, giovedì, sabato e domenica dalle 9.00 alle 12.30, il martedì e venerdì dalle 15.00 alle 18.30. Lunedì chiuso. Prezzo intero 5 euro, ridotto 2 euro.
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