POMPEI E area vesuviana
Il pennacchio di fumo grigio sul Vesuvio, il vulcano ammaliante che svetta sulle vedute del Golfo partenopeo è sparito da un bel po’.
Ma l’imponenza del cono che si specchia nel mare, all’alba o al tramonto, abbaglia lo sguardo che poi si perde nella brulicante teoria della fascia metropolitana, scivola sulla lava levigata, e s’insinua tra i boschi fitti, le colline agricole e i vigneti dorati che coronano la montagna. Da questa visione si sprigiona un’idea di complessità affascinante perché, oltre l’icona e il mito, oltre la pittura e la poesia, si percepisce un patrimonio territoriale ricchissimo di sorprese da conoscere con una sensibilità nuova, e da valorizzare in modo compiuto. Da Ercolano a Torre del Greco, da Torre Annunziata a Pompei con la sua città-giacimento che è tra i siti più famosi e frequentati al mondo, fino a Castellammare di Stabia, si alternano località che vantano un’identità originale. Un condensato di peculiarità geologiche e naturalistiche, che si uniscono a quelle storiche e archeologiche; alla creatività artistica dei talenti che abitano le città alle pendici; ai magnifici artigiani del corallo e dei tesori rivieraschi, che fanno il paio con gli esemplari maestri del grano e della pasta. Attraversando terre fertili e coloratissime di pomodori e di frutti, tra giochi d’acqua miracolosa e terme antichissime, si entra in una dimensione densa di consapevolezze culturali, economiche e turistiche che si rinnovano e invitano a immaginare un futuro sempre più interessante.
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