Il Rione Terra è il cuore dell’antica Puteoli romana, valorizzato appieno nella sua grande valenza archeologica con un restauro che, negli anni recenti, ne ha consentito anche la fruizione da parte del pubblico.

Si tratta di uno sperone di tufo che con i suoi 33 metri sul livello del mare si protende sul golfo tra Nisida e Baia. Già Strabone lo descrisse nell’età di Augusto per le sue caratteristiche vitali.

Primo insediamento urbano, acropoli, rocca, castrum e centro religioso, conserva evidenti tracce dell’impianto viario del 194 avanti Cristo. Per effetto del bradisismo, fu evacuato il 2 marzo 1970 per poi essere sottoposto a un importante intervento di recupero.. Per visitare l’itinerario archeologico si parte da un androne di largo Sedile di Porta e, dopo una deviazione ai locali sotterranei di palazzo Migliaresi, si procede lungo un ampio decumano, fiancheggiato da tabernae, che si interseca con uno stretto cardine. All'incrocio c’è l'ingresso alle terme pubbliche che, da una ripida scala, conduceva al piano superiore. L’opera di pedonalizzazione, ancora ben visibile, risale al periodo neroniano, con la creazione di un porticato sul lato sinistro che restringe la sede stradale. Vi sono numerose cisterne per la raccolta dell'acqua piovana, indispensabile per la vita della cittadella. Eccezionali lo stato di conservazione della struttura urbana, la stratificazione edilizia, il perfetto impianto fognario, il pistrinum con più stanze (era la bottega di un mugnaio-fornaio), con le macine ancora intatte, i piccoli ambienti di quello che era forse un lupanare o un ostello dell’epoca.