Prima di lasciarsi avvolgere completamente dal sito unico al mondo della città romana seppellita da una coltre di lapilli e cenere alta sei metri, e poi svelata per la meraviglia dell’umanità, non va dimenticata una sosta al Santuario della Madonna del Rosario che, ogni anno, accoglie più di quattro milioni di pellegrini: nella basilica è conservato il quadro della veneratissima Madonna di Pompei, attribuito alla scuola di Luca Giordano.
Pompei, va ricordato, sorge su un altopiano a 30 metri sul livello del mare ed a breve distanza dalla foce del fiume Sarno. La fortuna della città fu appunto legata alla sua posizione sul mare, che la rendeva il porto dei centri dell'entroterra campano, in concorrenza con le città greche della costa.
La sua storia è caratterizzata dai passaggi dall’egemonia greca a quella degli Etruschi, e dalla discesa delle popolazioni sannitiche che conquistarono nel corso del V secolo a.C. tutta la Campania, innescando notevoli trasformazioni urbanistiche e architettoniche.
Nel II secolo a.C. con il dominio di Roma sul Mediterraneo che facilitò la circolazione delle merci, la città conobbe un periodo di grande crescita a livello economico, soprattutto per la produzione e l’esportazione di vino e olio, fattori che incisero sullo sviluppo dell’edilizia privata e pubblica. Nell’età imperiale si insediano a Pompei nuove famiglie filoaugustee; poi, nel 62 d.C., un disastroso terremoto provocò gravissimi danni e il periodo successivo vide gli abitanti impegnati in una notevole opera di ristrutturazione, che era ancora in atto al momento dell’eruzione del Vesuvio del 24 agosto del 79 d.C. Allora Pompei si estendeva su circa 64 ettari (l’area scavata della Pompei antica, dal 1997 patrimonio dell’umanità sancito dall’Unesco, è di oltre 44 ettari), e contava ventimila abitanti. La planimetria della città fu derivata in qualche modo dall’architetto e urbanista greco Ippodamo di Mileto. Anche se non si conforma alla rigida disposizione per angoli retti, e gli isolati non hanno le dimensioni costanti che erano la «firma» del progettista Ippodamo, si può affermare che Pompei fu il primo esempio di pianificazione urbana sistematica in Italia.
Le informazioni che vengono fornite ai visitatori della città svelata, fanno leva su molti aspetti comparativi. Tra questi, la relativa larghezza delle strade: da poco meno di due metri e mezzo a quattro e mezzo, e la più ampia di tutte misurava poco più di sette metri. Sui lati di quelle principali c’erano i marciapiedi e si disponevano tra di essi grosse pietre per permettere ai pedoni di passare. Altra caratteristica subito evidente, agli incroci, le fontane decorate con pietre scolpite sormontanti una vasca rettangolare di pietra: erano alimentate da tubazioni di piombo collegate a grosse cisterne alimentate dall’acquedotto che cominciava da Serino. Le mura, poi, rappresentano uno dei più importanti sistemi di fortificazione di città italica preromana che siano giunti fino a noi. In esse si notano non meno di quattro fasi di costruzione. Nel corso del II secolo a.C. le difese vennero ulteriormente rinforzate e alla fine, verso il 100, furono aggiunte dodici torri. Pompei aveva sette porte, cinque delle quali comunicavano con importanti strade esterne. Subito fuori le mura si estendevano grandi aree principalmente adibite a cimiteri, dal momento che le sepolture e le cremazioni erano proibite all'interno della città. I rapporti tra i vivi ed i morti erano però molto intimi; alcune delle tombe più grandi erano dotate di sala da pranzo e perfino di cucina per i banchetti annuali previsti nel testamento di coloro che vi erano sepolti.
A questo punto si impone un rapidissimo excursus tra alcune delle più note emergenze archeologiche. Le Terme Suburbane sono uno dei punti di riferimento nella visita agli scavi. Gli ambienti al pianoterra mostrano decorazioni pregiate, tra la piscina calda coperta e la piscina fredda, con pareti dipinte. C’era anche una cascata d’acqua da una finta grotta ornata da un mosaico raffigurante Marte e amorini. Nell’area del Foro c’è la monumentale Basilica, dove si amministrava la giustizia e si facevano affari. A nord c’è il Tempio di Apollo, indubbiamente l’edificio religioso più importante e molto antico; poi, il Tempio di Giove dove furono venerati, secondo gli studiosi, anche Giunone e Minerva, a partire dall’anno 80 avanti Cristo, così da trasformarsi nel Capitolium della città romana, centro di culto della triade simbolo del potere imperiale. La Via dei Sepolcri, cui si accede uscendo da Porta Ercolano, consente di raggiungere la grande Villa di Diomede e, più oltre si arriva alla celebre Casa degli Amorini Dorati (amorini su lamine d’oro abbellivano parte degli interni) di proprietà di Poppaeus Habitus, parente della seconda moglie di Nerone, e caratterizzato da un caratteristico peristilio con giardino sul quale si affacciano gli ambienti. Tappa popolare del tour tra gli scavi è anche il Lupanare, uno dei tanti bordelli – sicuramente il più importante perché costruito ad hoc – dell’antica Pompei. Ovviamente i percorsi si inseguono con grande suggestione e con l’aiuto professionale di una guida esperta si riesce a cogliere tutto il fascino del luogo unico al mondo.
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