Una straordinaria concentrazione, stratificazione, compenetrazione di edifici sacri. Tredici edifici sacri, sette dei quali identificabili come basiliche.
Ancora fino a qualche decennio fa, caratteristiche imbarcazioni di legno, usate per la pesca e per la raccolta delle canne, solcavano le acque del fiume Sarno.
Il mito ne collega l’origine a Ercole. Ma furono gli Osci, che si insediarono su quel tratto di costa dell’ampio golfo nell’VIII secolo a.C,, a fissare per la prima volta in un’iscrizione il nome di Stabia.
Per secoli hanno contribuito a impreziosire le collezioni dei musei di mezza Europa e d’Oltreatlantico.
Una scoperta casuale, come la maggior parte di quelle che fin dal Settecento hanno restituito i tesori archeologici all’ombra del Vesuvio.
Gli scavi alla ricerca dell’antica Ercolano sepolta dall’eruzione del 79 d.C. furono avviati nel 1738, ma la fama della città uscita dal fango fu ben presto soppiantata da quella di Pompei che dista poco meno di 20 chilometri.
Pompei sorge su un altopiano a 30 metri sul livello del mare ed a breve distanza dalla foce del fiume Sarno.