Era la vigilia della festa del patrono, quel 29 novembre 1304, e come sempre grande era l’affluenza nella cripta dove riposavano da ormai novantasei anni le spoglie mortali dell’apostolo Andrea.

Tra la folla in preghiera davanti al sepolcro, anche uno sconosciuto dalla lunga barba, che ad un certo punto, rivoltosi ad un chierico vicino, di nome Pierantonio Suraldi, cominciò a porgli domande sulle strane cose che stavano avvenendo in quel luogo. Alla fine della celebrazione, il giovane, mosso a curiosità dalle parole dello sconosciuto, andò a vedere e trovò che nel pozzetto scavato nella pietra di marmo che copre l’urna, c’era un vassoio d’argento, come una coppa, che nessuno vi aveva posto, con uno strano liquido incolore all’interno. Al racconto del giovane si gridò al miracolo. Con quel liquido furono aspersi dei malati e un uomo di Tramonti, cieco da sette anni, ritrovò la vista. Quel liquido fu definito la manna di Sant’Andrea. Gli amalfitani ancora non lo sapevano, ma il prodigio si era verificato regolarmente ovunque era stato sepolto il corpo del Santo. Inizialmente a Patrasso, in Grecia, tanto che la presenza del liquido e la sua copiosità erano considerati premonitori del successo dei raccolti. E poi anche a Costantinopoli, dove le spoglie erano rimaste dal 357 fino alla loro traslazione ad Amalfi, l’8 maggio 1208. 

E ad Amalfi dal 1304 l’evento si rinnova nelle sette date annuali collegate alle celebrazioni solenni in onore dell’apostolo: il 28 gennaio, il 26 giugno, l’1 il 21 e il 29 novembre per il mese di Sant’Andrea, il 7 e il 24 dicembre. Si fermò per un lungo periodo solo dal 1530 al 1586, quando la manna ricomparve all’improvviso. Così il parroco della Cattedrale tornò ad annunciare al popolo «Abbiamo la manna!», mostrando l’ampolla con il liquido trasparente, al quale si attribuiscono guarigioni miracolose, tanto che viene solitamente passato sugli occhi dei fedeli. Se la manna si manifesta, la cerimonia si conclude con il canto del Te deum, mentre quando non compare si recita il Parce Domine, come atto di implorazione del perdono. 

Ad Amalfi, il patrono Sant’Andrea si celebra con varie manifestazioni che coinvolgono tutta la città tre volte all’anno: il 30 novembre, nel giorno della sua festa secondo il calendario liturgico, l’8 maggio, quando il corpo giunse da Costantinopoli, e il 27 giugno, nell’anniversario della miracolosa tempesta che nel 1544 salvò Amalfi dall’assalto della flotta del pirata Barbarossa.

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