Una straordinaria, preziosa, riserva d’acqua. Resa possibile dalla natura calcarea della roccia che favorisce l’assorbimento e l’accumulo delle acque meteoriche, alimentando fiumi e torrenti propiziatori, a loro volta, di una vegetazione esuberante e rigogliosa.

WhatsApp Image 2021 10 19 at 12.18.34Sono un inno a Madre Natura, i Monti Picentini che, per queste loro caratteristiche, dal 1993 sono sotto la protezione di un Parco regionale esteso per oltre 62mila ettari. Proprio con la finalità di tutelare il più vasto bacino idrico del Mezzogiorno.

Nel Parco, che ingloba trenta Comuni delle province di Avellino e Salerno, nascono e scorrono per una parte significativa del loro percorso i fiumi Sele, CaloreOfantoSabatoPicentinoTusciano e Solforano, con tantissimi rii e torrenti.  Le loro acque, fin dall’epoca romana, hanno alimentato gli acquedotti che servono l’Irpinia e il Salernitano, Napoli e l’intero suo circondario fino alle isole e, dalla parte opposta, la Puglia. 

Oltre ai fiumi e alla ricchezza d’acqua, il Parco salvaguarda anche l’altro elemento distintivo del suo territorio, ovvero la dorsale calcareo-dolomitica che costituisce i Monti Picentini e raggiunge la sua massima altezza con i 1809 metri del Monte Cervialto, un vero paradiso naturalistico, come tutti gli altri picchi della catena: Terminio, Falascosa, Raiamagra, Calvello, Polveracchio, Nai, Raia, Monna e Costa calda. I loro fianchi sono coperti da fitti boschi di querce, faggi e castagni. Basti pensare che nell’area del parco, è concentrata gran parte della produzione castanicola campana con le eccellenze di Serino e Montella. E tra gli 800 e i 1600 metri s’incontrano anche boschi dell’ormai rarissimo Pino nero (Pinus nigra).

La ricca vegetazione offre condizioni ideali di vita per molte specie di mammiferi, uccelli, roditori e rettili. E ha riconquistato in parte gli spazi che anticamente occupava anche il lupo grigio (Canis lupus), l’animale totemico della tribù sannita degli Irpini.WhatsApp Image 2021 10 19 at 12.17.06 1

La presenza di numerose e rimarchevoli tracce di insediamenti umani e delle varie civiltà susseguitesi nei secoli completano il quadro delle peculiarità che fanno dei Picentini un unicum di grande valenza ambientale e storica. WhatsApp Image 2021 10 19 at 12.17.05Un esempio mirabile dell’intreccio tra bellezze naturali e creatività umana si ritrova sul monte Rainone, nella grotta di San Michele Arcangelo ad Olevano sul Tusciano, che custodisce un complesso sacro con affreschi dell’XI-XII secolo. Altre grotte da scoprire sono quelle del Caliendo a Bagnoli Irpino, del Dragone a Volturara Irpina, di Strazzatrippa e Angeli ad Acerno.

Nel Parco regionale sono incastonate anche due Oasi naturalistiche gestite dal Wwf: l’Oasi Naturale Valle della Caccia sul versante sud-orientale dei Picentini e l’Oasi naturale Monte Polveracchio

Sono parte del territorio del Parco i Comuni di: Acerno, Bagnoli Irpino, Calvanico, Calabritto, Campagna, Caposele, Castelvetere sul Calore, Castiglione del Genovesi, Chiusano di San Domenico, Eboli, Fisciano, Giffoni Sei Casali, Giffoni Valle Piana, Lioni, Montecorvino Rovella, Montella, Montemarano, Montoro, Nusco, Olevano sul Tusciano, Oliveto Citra, San Cipriano Picentino, San Mango Piemonte, Santa Lucia di Serino, Santo Stefano del Sole, Senerchia, Serino, Solofra, Sorbo, Serpico e Volturara Irpina.

Il Parco regionale dei Monti Picentini ha sede a Nusco.