Bianco d’uovo, miele, nocciole o mandorle. Sono gli ingredienti base di una delle eccellenze di Benevento, tanto antica che il poeta romano Marziale già la segnalava tra i prodotti caratteristici della città.
E la cupedia, a cui Tito Livio attribuiva un’origine sannita, era molto apprezzata dai Romani. Quelli antichi e quelli moderni. Tanto è vero che siccome Benevento era territorio dello Stato Pontificio, quando nel Seicento i torroni cominciarono ad es- sere conosciuti e apprezzati al di fuori della città sannita, ne venivano inviati nella Città Eterna come regalo agli alti prelati. E in omaggio al Pontefice, nel Settecento arrivò anche la novità del “torrone del Papa”.
Ma l’affermazione arrivò con i Borbone, che fecero della “copeta” beneventana il dolce della tradizione natalizia partenopea. E così il “torrone della Regina”, preferito da Ferdinando I, si aggiunse agli altri gusti che nel frattempo si erano differenziati dalla versione originaria. Ciò che non era mai cambiato era la lavorazione rigorosamente artigianale, rispettata a Benevento e negli altri centri in cui si era diffusa la produzione del torrone, come Santa Croce del Sannio, Montefalcone in Val Fortone e San Marco de’ Cavoti, dove nel 1891 esordì il torrone croccantino.
Oggi il torrone di Benevento, prodotto Igp, è presente sul mercato tutto l’anno con una grande varietà di gusti, dal caffè alle essenze di agrumi e di frutta.
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