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Dal Cilento, Cristian Santomauro, ultimo custode della pizza ammaccata, si aggiudica il "The Best Pizza Identity" durante la cerimonia dei The Best Pizza Awards 2024.
Non era stato facile il distacco, sofferto e temuto, dalla loro isola.
Il coraggio e la determinazione sono stati i compagni fedeli del viaggio. Iniziato vent’anni fa con la speranza e l’intraprendenza della giovinezza a sostenere un’idea per nulla scontata e dall’esito imprevedibile: riuscire a crearsi un futuro nella propria terra.
Un colpo d’occhio che racchiude sette secoli. Seduti comodamente ad un bel tavolo di ceramica di Vietri
Ogni vitigno piantato, quando germoglia, è un inno alla gioia. È come una sveglia filogenetica. Fa vibrare. Ti fa venire ‘u fridde ncuollo. Ci riconduce alle radici, ci spiega chi siamo. Sintetizza la nostra evoluzione. Almeno dovrebbe.
Quel colore vivido, inconfondibile e unico per la sua intensità è impossibile non notarlo.
Nella bella stagione, era il luogo ideale per fermarsi al calar delle tenebre a trascorrervi la notte. In alto, al sicuro sul fianco della montagna, la piccola spianata offriva spazio sufficiente a sistemare le greggi nei recinti fino alla precoce alba della primavera e dell’estate.
Ancora pochi giorni e, con i primi tepori primaverili, la terra a Cicerale sarà di nuovo pronta ad accogliere gli umili e preziosi ceci, che per secoli hanno intrecciato le loro fasi stagionali con la storia di un’intera comunità del Cilento.
Nel cuore dell’inverno, i baccelli rigonfi occhieggiano numerosi tra le foglie verdi argentate insieme a tanti fiori che si preparano alla trasformazione.
Ogni anno, in autunno, a Vitulano torna protagonista lei, la vera signora della montagna: la castagna vitulanese. La castagna è un prodotto tipico di Vitulano, strettamente legato non solo alla tradizione culinaria del posto, ma alla sua storia sociale ed economica.
Da sempre la castagna ha rappresentato una fonte di sostentamento importante per gli abitanti del posto, in particolare per le fasce più povere della società.
Ueee, cos’è questo, miele? Sì, miele. Ma questo è un po’ diverso: è libero, è selvatico. Ed è proporzionale. Ma come? Te lo spiego: è proporzionale al paesaggio che lo contiene. Meno bellezza vedi in giro, meno miele avrai… Fatti un po’ di calcoli, fai pure una ideale circumnavigazione.
Fotografo la bottiglia di «Castello» stappata da un bel po’, ormai in tarda serata, poggiandola sul parapetto che dà le spalle alla maestosa cupola della Chiesa dell’Immacolata.
Nella sua valigia, specialmente quando è diretto fuori dall’Italia, non manca mai un chilo di limoni di Sorrento.
L’olfatto fa da guida sicura attraverso la piccola corte, che accoglie con il rosso vivace dei gerani affacciati dalle finestre quadrate. La traccia odorosa e la curiosità che l’accompagna conducono a una porta laterale, appena socchiusa.
Il sole dell’estate avvolge le piante da ogni direzione fin dal primo mattino. Così i chicchi s’ingrossano nei grappoli ancora verdi, ma che già si distinguono tra il fitto fogliame.
Il lampo del titolo è un’illuminazione, legata a un riflesso speciale, quello arcobalenico della lampuga che si batte sotto la barca prima di mollare e lasciarsi tirare su: è un flashscenografico che si fa flashback e gioco di parole. Come piace a me.
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