Quando pensiamo ad Agerola, ci viene subito in mente il Sentiero degli Dei, diventato ormai tappa obbligata per una vacanza in Costiera Amalfitana.
Ma esiste solo questo sentiero? La risposta è: assolutamente no! Essendo situata nel cuore dei Monti Lattari, Agerola è il punto di partenza di tantissimi cammini di varia difficoltà. Percorsi che permettono ai camminatori di vivere dimensioni del tutto inaspettate: valloni costieri circondati da ripide pareti calcaree, dove regna il silenzio. O vette solitarie, dalle quali la vista spazia su tutta la Campania. Ora è giunto il momento di parlarvi di una di queste tante splendide camminate: il sentiero per Santa Maria dei Monti.
La partenza di questo percorso è nei pressi del traforo delle Palombelle, ad un’altitudine di 700 metri nella frazione di Campora. É possibile parcheggiare la macchina lungo il rettilineo appena usciti dal tunnel. La salita comincia percorrendo una delle antiche mulattiere utilizzate dagli agerolesi per centinaia di anni: fino all’apertura del traforo nel 1880, questa era una delle principali vie di valico che permettevano al viandante di raggiungere principalmente il lato nord delle montagne, ovvero la zona stabiana, ma anche Scala, Ravello o la stessa Amalfi, facendo un giro un po’ più lungo. La gradonata, abbastanza larga e piacevole nonostante la pendenza, risale il versante sinistro del vallone Penise fino all’incrocio con il sentiero 300 o Alta Via dei Monti Lattari, a quota 930 m.
Una volta arrivati all’incrocio potreste notare sulla vostra destra dei ruderi, quando non coperti dalla vegetazione. Essi sono tutto ciò che resta di una chiesetta con annessa vedetta militare chiamata Sant’Angelo a Jugo, risalente al X secolo: il nome stesso, Jugo, che deriva dal latino jugum (giogaia, cresta), lascia intendere che la sua ubicazione era strategica per il controllo delle antiche mulattiere di questa parte delle montagne. Tornando sui nostri passi, una volta giunti all’incrocio giriamo a destra, proseguendo il cammino sul sentiero 300. Dopo un chilometro e mezzo lungo l’Alta Via si arriva alla località Imbarrata o Ammarrata: da questo punto entrerete all’interno della Riserva Naturale Valle delle Ferriere. Sì, avete capito bene: la riserva difatti abbraccia non solo la parte in prossimità di Pontone, ma anche tutta la parte superiore di questo incantevole vallone costiero fino ai 1203 metri del Monte Cervigliano, dove ha origine il fiume Canneto o Chiarito che sfocia ad Amalfi.
Osservando più nel dettaglio il terreno che vi circonda, noterete che a darvi il benvenuto all’interno della riserva non sono solo i castagni, ma anche le antiche neviere: le conserve delle nevi, visibili oggi sotto forma di grandi fosse circolari nel terreno, sono da annoverare tra le tante piccole industrie del passato, oggi dimenticate. I nostri antenati, si sa, utilizzavano tutte le risorse naturali a disposizione per le loro piccole attività economiche. Ciò che non tutti sanno, però, è che le neviere non sono presenti solo sul monte Faito, dove è possibile ammirarle all’ombra dei faggi, ma anche in altri punti a quote più elevate dei Monti Lattari, come il Cervigliano nel nostro caso, il monte Cerreto, ma anche presso la stessa Santa Maria dei Monti. Alcuni storici locali ci dicono che anticamente le neviere erano situate addirittura in paese ad Agerola.
Il bello della camminata, come vi anticipavo prima, è proprio questo: dopo un paio d’ore vi trovate nella parte più alta del bacino idrografico amalfitano, e dopo poco passerete in quello scalese / atranese. La zona più alta della catena montuosa, difatti, ha proprio questa particolarità: è il punto dove, relativamente a poca distanza fra loro, hanno origine tantissimi corsi d’acqua, difficilmente percepibili come vicini quando li si osserva dal mare. Altro aspetto affascinante di questo tratto del cammino è che è in piano: essendo nella parte sommitale della catena montuosa, con vostra grande sorpresa troverete alcune zone pianeggianti e tratti davvero piacevoli con poco dislivello.
Dopo aver proseguito per un chilometro e mezzo all’ombra dei castagni lungo il fianco meridionale del monte Cervigliano, arriverete ad un incrocio di più sentieri: siete arrivati al monte Rotondo. Fino a qualche anno fa, orientarsi in questo punto preciso era molto difficile, poiché la segnaletica CAI era pressoché assente. Oggi, fortunatamente, questo problema non c’è più: non solo troverete la segnaletica ufficiale aggiornata, ma potrete notare già l’insegna del Rifugio Santa Maria dei Monti, che vi indirizzerà alla località omonima. Se arrivati a questo punto della camminata avrete terminato le vostre scorte d’acqua, potete girare a sinistra per dirigervi verso l’acqua del Vrecciaro. Questa deviazione, però, vi costerà un allungamento del cammino di circa mezz’ora in totale tra andata, sosta e ritorno all’incrocio di Monte Rotondo.
Lasciando il sentiero 300 per proseguire lungo una parte del 301, alle vostre spalle comincerete a notare sempre di più la mole trapezoidale del monte Cervigliano, dove siete stati fino a poco tempo prima. Dopo aver camminato per un po’ con la recinzione della riserva sulla vostra destra, noterete un improvviso cambio di paesaggio: è il piano del Ceraso. Attraversando questa piccola zona pianeggiante, arriverete finalmente al rifugio. Situata nel comune di Scala, Santa Maria dei Monti è una località conosciuta per la presenza della statua bianca della madonna che sovrasta gli abitati di Scala e Ravello. Nei secoli passati qui vi era una chiesetta, dedicata proprio a S. Maria, il cui campanile era distanziato per far sì che il suono delle campane si diffondesse negli abitati a valle: è proprio per questo che oggi il monte dove si trova il rifugio si chiama Campanaro.
Dal rifugio lo sguardo domina dall’alto gli abitati di Scala, Ravello e Maiori, sulla cresta dei Monti Lattari e in lontananza sui Picentini, i Monti Alburni, e quindi la costa cilentana sino a punta Licosa.
La lunghezza totale (A/R) del percorso che da Agerola va S. Maria dei Monti è di 12 chilometri. La durata del cammino di sola andata è di circa 3 ore, quindi il mio consiglio è di dedicare un’intera giornata a questa bellissima camminata.
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