«Nessun altro luogo risplende più dell'amena Baia».

Orazio

Il nome dell’insenatura è legato al leggendario viaggio di Ulisse che qui seppellì il suo compagno Bajos.

ASA 9417 pFu l’approdo di Cuma e, soprattutto, la località flegrea più esaltata, decantata e frequentata per le sue delizie ambientali e per le preziose sorgenti termali. Un luogo di villeggiatura frequentato da ricchi patrizi e intellettuali. Non caso il grande Orazio scrisse: «Nulhes in orbe sinus Bais praelucel amoenis» («Nessun luogo al mondo supera in bellezza la ridente Baia»). Come è noto, per effetto del bradisismo, gran parte della città antica è stata sommersa dal mare. Lungo il percorso per Baia si profila il Monte Nuovo, collinetta vulcanica di 140 metri di altezza che deve la sua fama al fatto che si formò in poche ore durante l’eruzione del 29-30 settembre 1538, che seppellì il villaggio termale di Tripergole e causò lo spopolamento di Pozzuoli: è il monte più giovane d'Europa. Alle sue pendici è stata inaugurata, nel 1996, una interessante Oasi Naturalistica, allo scopo di tutelare le risorse geologiche, botaniche e zoologiche dei Campi Flegrei. Poi si ammira il Lago Lucrino: qui i Romani scavarono le prime grotte di tufo per utilizzare le proprietà terapeutiche delle fumarole vulcaniche e costruirono ville sontuose e, ovviamente, molti impianti termali su sorgenti termali molto calde (l’acqua sgorga a una temperatura che oscilla tra 58 e 74 gradi) che ancora oggi vengono sfruttate in moderni stabilimenti.

ASA 9417 pAvvicinandosi a Baia si passa per Punta dell’Epitaffio: la veduta è davvero speciale e copre un formidabile sito archeologico che è appunto il Parco Archeologico Sommerso che si può visitare a bordo di tipici battelli dal fondo trasparente, dai quali si possono ammirare i resti del più importante luogo termale dell’Impero, la «Pusilla Roma» (così chiamavano Baia). Di fatto il complesso del I-IV secolo d.C. è ancora da identificare nelle sue funzioni per le particolari tipologie distributive degli ambienti. È evidente, invece, la destinazione termale di alcune sale, tecnicamente molto elaborate, come la cupola del Tempio di Mercurio. Poi, la Villa dell’Ambulatio, il cosiddetto complesso della Sosandra (Afrodite Sosandra era la «protettrice di uomini»), i templi di Diana e Venere.

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I reperti, tra statue, mosaici e decorazioni sono custoditi nel Castello Aragonese di Baia, dove è allestito il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, emblema di questa Terra del Mito. Il castello fu costruito in una posizione strategica su un promontorio di tufo, per dominare tutto il golfo di Pozzuoli e il braccio di mare che comprende le tre isole partenopee. Fu eretto sulle rovine di una villa romana (i resti si vedono dal mare) ed era una fortificazione esemplare per l’epoca, con mura, fossati e ponti levatoi, di fatto inespugnabile. La sua costruzione cominciò, con altre opere del sistema difensivo predisposto dal re Alfonso di Aragona, nel 1495, in previsione dell’invasione di Carlo VIII. Il viceré don Pedro de Toledo fece effettuare opere di ampliamento tra il 1538 e il 1550. In due grandi sale del museo è ospitata la ricostruzione del famoso Sacello degli Augustali e una serie di gessi recuperati nelle terme di Sosandra (alcune decine di frammenti riconducibili a noti pezzi originali greci in bronzo) e una splendida copia di Afrodite che è stata rinvenuta a Miseno nel 1980. Tra le statue, spiccano quella equestre di Minerva, di Tito e Vespasiano, lastre e incisioni. Al suo interno è stato ricostruito lo splendido e celebre Triclinium-Ninfeo di Punta Epitaffio, la sontuosa sala da pranzo imperiale, circondata da busti scultorei, scenografiche ricreazioni di ambienti e una ricca decorazione di sculture quali l’Ulisse con i compagni e il Ciclope Polifemo.

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Altre importanti e imponenti testimonianze dell’antica Baia sono visibili tra la collina e il mare: resti di lussuose ville private, piscine e aule termali, i cosiddetti templi d i Diana e Venere e le Terme di Mercurio. Il parco archeologico si estende su un’area di 14 ettari divisi in tre settori. A sud c’è l’apparato delle Terme di Venere che si estendeva fino al tempio della dea della bellezza. Al centro ci sono le Terme dell’Afrodite Sosandra, con residenze e giardini porticati un tempo un tempo adorni di mosaici, statue e pitture policrome. A est ci sono le Terme di Mercurio con i resti di un frigidarium.

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