Il grande drammaturgo norvegese Henrik Ibsen nacque a Skien il 20 marzo 1828, secondogenito di un facoltoso armatore. La fortuna economica familiare tuttavia, subì un durissimo colpo quando Henrik era ancora bambino e gli Ibsen dovettero trasferirsi in una fattoria.

Schaarwächter Henrik Ibsen croppedMostrata subito una forte propensione allo studio e un interesse per la medicina, il giovanissimo Henrik studiò privatamente, prima del ritorno nella città natale, dove l’impresa di lavorazione del legno del padre poco dopo fallì. Così, per aiutare la famiglia, Henrik andò a lavorare in una farmacia. Lì negli anni seguenti si creò un centro di aggregazione di giovani, mentre Henrik cominciava a pubblicare le sue poesie. Nel 1848 pubblicò Catilina, il suo primo dramma, prima di trasferirsi a Christiania, l’attuale Oslo. In città, nel 1850, avvenne il suo debutto come autore teatrale con Il tumulo delguerriero. In quell’anno cominciò la sua carriera di direttore di importanti teatri, che proseguì di pari passo con una intensa produzione drammaturgica. Era il 1864 quando pubblicò I pretendenti altrono. In disaccordo con la politica neutrale del suo Paese rispetto alla guerra dello Schleswig Holstein, il 2 aprile 1864 lasciò la Norvegia e si trasferì in Italia. Si stabilì a Roma con la famiglia e nel 1866 scrisse Brand.

L’anno seguente partì per Ischia in primavera e vi approdò il 20 maggio con la moglie e la figlia, già intenzionato a dedicarsi alla stesura del suo nuovo dramma, il Peer Gynt, che aveva cominciato a progettare a Roma. Sull’isola alloggiava a Casamicciola, in quella che poi sarebbe stata conosciuta come Villa Ibsen. Molto metodico, trascorreva quasi tutta la giornata da solo, a scrivere. Unica distrazione era la passeggiata serale, lungo la strada verso Forio, con l’amico Vilhelm Bergsöe, che lui chiamava familiarmente Jakob e che aveva conosciuto qualche tempo prima a Roma. Al ritorno, quando era già buio, si fermavano sempre presso un’osteria di piazza Bagni per gustare il vino ischitano, particolarmente apprezzato dal drammaturgo, che allora usciva dal consueto silenzio per raccontare la sua Norvegia. Ibsen non mostrava alcun entusiasmo per le escursioni che tanto piacevano all’amico né interesse a conoscere la realtà dell’isola, completamente preso com’era dal suo lavoro. E quando il 14 agosto irruppe nel suo bozzolo creativo una forte scossa di terremoto, si affrettò due giorni dopo a lasciare l’isola con tutta la famiglia, diretto a Sorrento, dove portò a termine il Peer Gynt. In seguito, del suo soggiorno ischitano si sarebbe conosciuto ogni dettaglio grazie all’Ibsen a Ischia di Bergsöe.

Nel 1868 si trasferì a Dresda, poi tornò a Roma e continuò a scrivere per il teatro. Nel 1879 durante un soggiorno ad Amalfi venne alla luce una delle sue opere più note e rappresentate Casa di bambola. Nell’81 arrivò un’altra grande opera, Gli spettri, e numerose altre seguirono, segnando una stagione molto prolifica fino al 1899, poco prima che una paralisi gli impedisse di continuare a scrivere. Ibsen si spense a Christiania il 23 maggio 1906.