È un territorio ricco d’acqua, caratterizzato da fenomeni carsici che, solitamente lentissimi, in alcune fasi hanno conosciuto evoluzioni rapide, capaci di modificare significativamente il paesaggio.

Fu così il 9 settembre 1349, quando la terra tremò nella Valle Telesina. Che dopo l’evento apparve completamente diversa. Cancellata in gran parte l’antica Telesia di origine sannita, tutt’intorno si notavano sprofondamenti, emissioni di gas e di acque sulfuree, piccoli stagni. E anche un lago, formatosi non lontano dall’ormai scomparsa città e dal corso del Calore, in quella che era conosciuta come la piana di Sant’Aniello. Lì il terreno si era drasticamente abbassato di oltre trenta metri e l’invaso si era ben presto riempito d’acqua, creando un bacino lacustre ben visibile da tutte le vette del Matese e del Taburno-Camposauro che circoscrivono la valle.IMG 7148

Nel tempo, la forma circolare indusse a ritenere che il lago potesse essere di natura vulcanica. Ma la presenza di travertino che si nota ancora in vari tratti, lungo la riva, ne segnala inequivocabilmente l’origine carsica, comune a tutte le altre evidenze geologiche della zona. Ad alimentarlo è l’acqua che proviene dal massiccio del Matese, come avviene anche per il rio Grassano e per il vicino fiume Calore, a cui il lago fu collegato all’epoca dei Borbone.  E sempre nel Calore il canale emissario indirizza il sovrappiù idrico del lago, in cui fino all’Ottocento confluivano anche le acque del torrente Senete, poi deviato, che oggi s’incontra nella cittadina di Telese.

Con un perimetro di circa un chilometro e una superficie di cinque ettari, il lago rientra interamente nel territorio di Telese Terme, anche se è incastonato al confine con il Comune di Solopaca. Profondo tra i venti e i trenta metri già vicino alla riva, vi è vietata oggi la balneazione, anche se negli anni Settanta del secolo scorso fu lanciato proprio come zona balneare, dotata di moli – ne restano alcuni lungo l’anello – di camerini su palafitte e di una spiaggetta. Tutt’intorno fu realizzata la nuova strada panoramica alberata con luoghi di sosta. E furono piantati anche diversi alberi: pini, pioppi, salici, roverelle e robinie, mentre sulle rive crescono canne palustri. IMG 7175

Punto di riferimento per gli appassionati di pesca, ai viaggiatori dell’Ottocento il lago di Telese era raccomandato per la pesca di anguille, tinche e gamberi molto pregiati. I frequenti ripopolamenti del Novecento, tuttavia, con l’introduzione di specie “aliene” come le carpe orientali che hanno devastato le alghe del fondale, hanno compromesso l’habitat dei gamberetti. Restano diverse specie di uccelli acquatici, come anatre, martin pescatori, cannaiole e pendolini, a qualificare un piccolo gioiello naturalistico da tutelare.

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