Il più grande, che scende ad una profondità di ben 185 metri, è il Puro delle Mele. Il più piccolo, che arriva ad 80 metri, è l’unico raggiungibile attraverso un sentiero di grande suggestione per la bellezza della natura che vi si incontra.

In mezzo ce ne sono altri dodici, di diversa ampiezza e profondità, tutti fasciati da una vegetazione rigogliosa. Da sempre, la gente del luogo li chiama “puri”, un termine che evoca il pyr, ossia il fuoco, in greco. Forse perché si pensava, un tempo, che quelle depressioni dalla forma circolare e abbastanza regolare fossero da ricondurre ad altrettanti crateri vulcanici. Ma non vi è mai stata alcuna attività vulcanica sul Pugliano, che s’innalza tra San Salvatore Telesino,Telese e Castelvenere.

La definizione di monte per il Pugliano non sembra appropriata, considerata l’altezza di poco superiore ai 200 metri. Purtuttavia, non si tratta di un’altura qualsiasi, anzi le sue caratteristiche la rendono speciale, dal punto di vista geologico e, di conseguenza, anche naturalistico. Nulla a che vedere con fenomeni vulcanici, i “puri” altro non sono che doline, figlie del carsismo che connota il Pugliano come l’intero territorio che lo circonda. È l’azione continua dell’acqua che l’altura custodisce copiosa nel suo ventre a corrodere la roccia calcarea e a creare cavità che, nel tempo, subiscono sprofondamenti accentuati e accelerati dai fenomeni sismici. Alcuni dei “puri” attuali, per esempio, si evidenziarono dopo il terremoto del 1815. 

Nonostante questa sua instabilità, il Pugliano è stato abitato fin dalle epoche più remote. Appartengono all’età paleolitica i resti di una capanna-ovile, ma si fanno notare ancora per la loro imponenza tratti delle mura sannite di Telesia. Splendido lo spettacolo che vi riserva la primavera, quando i massi calcarei bianchi si coprono di ciclamini. 

Configurandosi come un prolungamento del monte Acero, la collina di Pugliano fa parte del massiccio del Matese, da cui provengono le acque della falda che alimenta fiumi, torrenti e sorgenti minerali della Valle Telesina. Comprese le acque sulfuree di Telese, che ha la sua cittadella termale proprio ai piedi del Pugliano.

Per la sua valenza naturalistica, l’altura è meta ideale per gli amanti del trekking, grazie ai sentieri che s’inoltrano tra la vegetazione che la ricopre. Di particolare pregio è l’esteso bosco di lecci (Quercus ilex), ma sono molto diffusi anche roverelle (Quercus pubescens), cerri (Quercus cerris), ornielli (Fraxinus ornus) e, nel sottobosco, soprattutto lauro (Laurus nobilis).   

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