Era il I secolo d.C., tra il 30 e il 60, quando un ricco e colto personaggio della Roma imperiale, forse un senatore, costruì la sua grande villa marittima nel luogo che dal torrente avrebbe preso il nome di Rheginna Minor, divenuta semplicemente Minori molto tempo dopo, con la dominazione sveva.

Quella villa marittima, sepolta dai materiali dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. e da colate di fango successive, dopo essere stata riportata in gran parte alla luce a partire dalla metà del secolo scorso, è oggi il principale monumento di Minori e se ne possono ammirare i resti, comprese le parti affrescate. Di fianco, l’Antiquarium custodisce i reperti rinvenuti nello scavo e propone interessanti ricostruzioni di parti degli ambienti originari.

L’area archeologica è in pieno centro cittadino e infatti Rheginna Minor si sviluppò sopra la struttura sepolta, i cui ambienti, rinvenuti casualmente durante le costruzioni e considerati cavità naturali, furono utilizzati per secoli come cantine, magazzini e anche stalle del nuovo abitato.