Poco più di un chilometro quadrato di superficie, l’incantevole Lago di Letino fu creato agli inizi del Novecento per alimentare la centrale idroelettrica di Prata Sannita.
Si sfruttò a tale fine l’acqua del fiume Lete, intercettata tramite una diga prima che si disperdesse nell’inghiottitoio del Cauto, come era stato sempre nel corso dei millenni. Quando il fiume, ingrossato dalle precipitazioni invernali e dal disgelo primaverile, formava naturalmente un lago, da cui l’acqua scendeva a cascata nella sottostante Valle delle Ravi.
Nelle immediate vicinanze del lago si trovano le Grotte di Cauto, interessante sistema di cavità naturali in un inghiottitoio dove anticamente precipitava il fiume Lete, in parte ancora sommerse dall’acqua e in parte ormai asciutte e visitabili. La galleria superiore corrisponde proprio al vecchio corso del fiume, precedente alla costruzione della diga, contrappuntato da pozzi, piccoli canyon e dislivelli. La galleria inferiore è lunga circa 500 metri, con un dislivello di 90 metri e presenta varie diramazioni laterali. Di particolare interesse sono alcune specie di insetti e crostacei, che si sono adattate all’ambiente e sono prive di occhi. Molto suggestiva è la grande sala maggiore, alta più di trenta metri, nella quale si trovano magnifiche stalattiti e stalagmiti.
Ph: Antonio Vetere
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