Vorrei ritornare indietro con gli anni e riuscire ad avere la leggerezza, quella propria dei bambini che corrono felici e veloci sul prato contro il vento, che si rotolano... rotolano fino a cadere in una pozza di acqua e fango e ridere a crepapelle dalla gioia, la spensieratezza, la leggerezza che li rende così adorabilmente innocenti.
Sono coinvolgenti, fanno sorridere, vogliono che tutti condividano la bellezza del giocare, del rincorrersi, del nascondersi. Li senti gridare “all’arrembaggio!!”, “vediamo chi arriva prima!!”, “arrampichiamoci sulla quercia!!”, “saltiamo come ranocchi nella pozzanghera!!”. Riuscirci da grande sarebbe un’esperienza di una gioia infinita.
I bambini sono completamente disinibiti. Quando ridono, si divertono e giocano sono felici veramente, hanno reazioni spontanee, sincere, si lasciano andare completamente, abbracciano il momento nella sua pienezza, non hanno paura di mostrarsi disarmati, non nascondono niente, sono veri, sono loro stessi in ogni istante.
È la primavera a infondere queste sensazioni, voglia di rinnovamento, energia e spensieratezza. Cerco sempre di catturare la luce, il sole e i primi caldi che impongono una vera e propria ricarica che parte dal profondo del cuore e mi inonda di leggerezza. La primavera è la stagione in cui non solo spuntano i germogli e fioriscono le piante ma anche noi respiriamo una nuova energia data dai profumi inebrianti che hanno un effetto benefico sul nostro animo.
Oggi mi trovo in cima a una montagna con un panorama mozzafiato di fronte, chiudo gli occhi e trattengo il respiro, immagino di essere quella bambina che corre a perdifiato e poi ascolto i suoni impercettibili della natura quando all’improvviso sento lo stridio di un falco, apro gli occhi, lo vedo volteggiare in quel cielo azzurro… sembra che voglia venire verso di me. Io non so esattamente di che falco si tratta. Lo osservo attentamente. Dopo aver preso quota nell’aria con ampi giri ad ali aperte, portandosi sopra la mia testa, si allontana con qualche battito d’ali, ma per lo più plana.
L’emozione è tanta, mi sdraio sul manto di erba fresca e verde e mi perdo nell’immenso abbraccio del cielo che toglie il respiro. Ho raggiunto il giusto equilibrio tra me grande e me bambina, e questo mi permette sia di occuparmi della mia vita sia di accettare tutti gli aspetti straordinari che ne fanno parte. Osservare il mondo con occhi adulti è necessario, ma riuscire a dipingerlo con le sfumature della bambina interiore che è in me è sorprendente.
Ho imparato ad ascoltare la mia bambina interiore, perché mi dà lezioni che forse mi condurranno lungo il cammino della felicità. Non ho perso la curiosità, la voglia di godermi la vita e l’innocenza.
Ecco, sono ritornata bambina e insieme alla primavera sento nell’aria la Pasqua, le colombe bianche che volano serene, il profumo di limone della pastiera di riso di mia mamma e il profumo della frittata di asparagi selvatici e mentuccia che non mancava mai nel nostro tavolo imbandito della Pasqua e ancora limone... limone e... limone nello spezzato di agnello al forno.
Ho imparato da mia mamma a cucinare e ad amare il cibo e la nostra cultura contadina. Lei mi ha insegnato la scienza della terra, la varietà e la diversità delle risorse, l’alimentazione sana, variata e saporita, la parsimonia e la condivisione.
Preparavo con lei, sin da piccola, le pietanze pasquali con le uova come immancabile ingrediente. Le uova di Pasqua non erano di cioccolato ma erano uova sode colorate e la sorpresa era poterle mangiare.
Tra le ricette immancabili sulla mia tavola pasquale ancora ci sono tre pietanze importanti: la frittata di asparagi e mentuccia, lo spezzato di agnello al forno e la pastiera di riso.
Frittata di asparagi e mentuccia
Questa frittata si usa nell’antipasto e quello che avanza si conserva e si porta rigorosamente al pic-nic del lunedì dell’Angelo. Prendo 300 g della parte tenera degli asparagi di montagna, li taglio della lunghezza di due centimetri e li metto in padella con un filo di olio e un pizzico di sale. Faccio sfrigolare due-tre minuti e spengo il fuoco. In una boule rompo 20 uova, aggiungo 50 g di formaggio grattugiato e un pizzico di sale, sbatto bene. Poi aggiungo gli asparagi dalla padella, 200 gr di salsiccia secca fatta a dadini, un bel ciuffo di mentuccia selvatica tritata e… Ricordo che - una volta - si usava mettere anche la coratella dell’agnello bollita: ma, per una scelta di gusto della mia famiglia, non la metto più. Unisco tutto e faccio una bella frittata, la cuocio a fuoco lento da ambo i lati. Gli ingredienti possono variare di quantitativo a seconda dei gusti e va servita rigorosamente fredda tagliata a cubetti.
Spezzato di agnello al forno
Questo è in assoluto il Piatto Pasquale che più mi ricorda la nonna, Nonna Mariannina. Per questo piatto si usano le costolette tagliate a pezzetti piccoli. Metto 500 g di agnello in una casseruola con solo una punta di un cucchiaio di sugna e un pizzico di sale, lascio cuocere a fuoco lento per 45 minuti. In una boule rompo 20 uova di media grandezza, aggiungo una bella manciata di formaggio grattugiato, la buccia di due-tre limoni e un pizzico di sale. Sbatto bene fino a formare quasi la schiuma. Ora prendo una teglia di terracotta, la ungo con della sugna e dispongo all’interno l’agnello, ricopro con le uova sbattute e metto in forno preriscaldato a 200° per 30 minuti. Si gonfierà e diventerà un pochino dorato. Lo tengo in caldo fino al momento di servirlo. Porto in tavola la teglia di terracotta così ognuno staccherà da solo il pezzo che desidera.
Pastiera di riso
Quella povera, senza ricotta, con pochi ingredienti che si avevano in casa. Bollo in abbondante acqua salata 200 g di riso, una stecca di cannella e una bacca di vaniglia aperta. Sgocciolo e faccio raffreddare.
Per la sfoglia metto 250 g di farina, due uova intere e un albume, un cucchiaio di zucchero, un pizzico di sale, la buccia grattugiata di un limone e 20 g di sugna o burro. Impasto bene e tiro la sfoglia.
Per il ripieno rompo 7 uova più un tuorlo, aggiungo una fiala di acqua di millefiori, la buccia grattugiata di due limoni, 120 ml di latte e 150 g di zucchero. Sbatto bene il tutto, e aggiungo il riso precedentemente bollito. Intanto imburro una teglia del diametro di 26-28 centimetri, stendo la sfoglia lasciandone un pochino da parte per ricavarne le striscioline da sistemare al di sopra. Verso il ripieno di uova e riso e decoro con delle striscioline di sfoglia intrecciate. Metto in forno preriscaldato a 190° per 50 minuti. La temperatura e il tempo variano sempre a seconda del forno. La pastiera deve risultare dorata e faccio la prova stecchino. A cottura ultimata tolgo dal forno lascio raffreddare, impiatto e faccio una spolverata di zucchero a velo con un pizzico di cannella. #amocucinareperchiamo
Auguri di Buona Pasqua!!!
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