Sotto l’ombra accogliente dei grandi alberi del viale il passeggio era continuo.

Si chiacchierava, si godeva della frescura, si assisteva ai concerti organizzati per rendere più piacevole la sosta nel nuovo complesso termale prima o dopo i bagni nelle piscine e si beveva. Nel vasto parco pieno di fiori, persone delle più varie provenienze sorseggiavano l’acqua minerale dai boccali distribuiti dalle gentilissime acquafrescaie di Telese, chiamate “pacchiane” dal nome nell’antico abito tradizionale che indossavano durante il servizio alle terme. Era quell’acqua frizzante e sulfurea, dal sapore unico e dalle virtù salutari, che li aveva spinti al viaggio fin nel cuore nel Sannio, ospiti della rinomata stazione termale divenuta nota ovunque, nell’arco di poco più un decennio, in Italia e nel resto d’Europa. 

In quella fine secolo dell’Ottocento, l’acqua di Telese aveva conquistato continui riconoscimenti, prestigiosi premi a tutti i concorsi di qualità a cui, allora, era un “must” partecipare: da Napoli a Roma, da Bologna a Perugia, da Parigi a Biarritz. Eduardo Minieri, l’imprenditore napoletano che nel 1877 si era aggiudicato l’appalto per la gestione del centro termale sannita, si premurava di andare a presentare personalmente le qualità dell’acqua di Telese ovunque ce ne fosse l’occasione, in particolare nei consessi medici, dove se ne potevano meglio comprendere e valutare le peculiarità terapeutiche. Così, intorno alla sorgente alle falde del Monte Pugliano, si erano venuti sviluppando i Grandi stabilimenti balneari di Telese. E su un’altura vicina era sorto nel 1891 il nuovo, lussuoso Gran Hotel Telese, costruito nello stile liberty in voga all’epoca per dare degno alloggio ai curandi, che arrivavano sempre più numerosi anche dall’estero.IMG 7192

Per agevolarli, ai primi del Novecento, la linea ferroviaria che passava per Telese fu deviata in modo da farla arrivare all’ingresso del centro termale. Negli anni Venti del secolo scorso, poi, l’acqua di Telese imbottigliata raggiunse finanche gli Stati Uniti.

Costanti progressi interrotti dalla Seconda Guerra Mondiale, che bloccò l’attività dello stabilimento, dove furono distrutte anche alcune delle strutture originarie, mentre il Grand Hotel requisito dai tedeschi, fu trasformato in ospedale militare dagli americani con danni ingenti. E così nel dopoguerra fu necessaria una sorta di rifondazione, per riattivare il centro termale e tutti i suoi servizi. Altra fase di ricostruzione fu quella dopo il terremoto dell’80, che ha creato le basi per la realtà attuale delle terme di Telese.                                                      

Quell’improvviso dono della terra

La storia termale di Telese era iniziata cinque secoli prima, dopo il violento sisma che aveva distrutto l’antica Telesia e cambiato volto al paesaggio della valle circostante. Era stato allora che la terra aveva cominciato a donare generosamente un’acqua minerale sulfurea di cui ben presto si erano rivelate le caratteristiche utili. Quel liquido che sgorgava dalla nuova sorgente della valle, era un toccasana per malattie degli apparati digerente e respiratorio, per i reumatismi e per le patologie ginecologiche e della pelle. E presto la sua fama si diffuse oltre la Valle Telesina e la conoscenza della sua gente.

Bisognò aspettare il 1734 perché quell’acqua fosse protagonista di una pubblicazione, “De acidulis telesinis dissertatio” di Tommaso Bruni, la prima di una lunga serie in cui ne vennero messe in evidenza le proprietà curative con le relative ricerche e acquisizioni scientifiche.

Sgorga a 20-21 gradi dalla sorgente, l’acqua minerale di Telese, effervescente naturale, solfureo-carbonico-alcalino-magnesiaca, per uso come bibita o inalatorio per patologie croniche o allergiche alle vie respiratorie. Indicata per patologie circolatorie, del fegato e delle vie biliari, della pelle, dell’apparato digerente, dell’apparato locomotore e respiratorio, cure ginecologiche. 

Nello stabilimento di Telese, classificato come primo livello super, si trovano due piscine termali – Pera e Goccioloni – con acqua fluente, un centro benessere, un reparto per la riabilitazione neuromotoria e respiratoria, un garden bar, un anfiteatro, un ristorante, un parco giochi per bambini e la fonte per le cure idropiniche.