Guardo la Scarrupata, dal barchino. L’ho preso dal pontiletto di Ischia Ponte. Tabula rasa.

Il presente tragico è scomparso. Non so più chi sono. Gli occhi si lanciano sulle pietre rotonde sulla riva, per cercare un appiglio. Il mare è un acquerello. Dipinge la baia. È lento, fermo. No, si muove. Non c’ero mai venuto senza la mia compagna solitudine.
La prua che taglia l’acqua riempie il vuoto. L’approdo accenna un saluto. Il verde si avvicina col profumo tipico della festa. Mi parla. Mi dice di quando ero bambino e venivo con i miei genitori. Intanto continuo a non sapere chi sono.